I Camparini dimenticati da tutti

I Camparini dimenticati da tutti

Modena, 30 novembre 2010  
 
Dopo 4 mesi, 120 giorni e 120 notti da quel famoso 29 luglio in cui a Massimiliano e Gilda Camparini fu sottratta dai Tribunali e da una giustizia con la “g” minuscola, la piccola Anna Giulia di 5 anni, soltanto oggi viene riesaminata la loro posizione.
Dimenticati da tutte le istituzioni e in particolar modo dal Ministro della Famiglia Giovanardi e da quello della Giustizia Alfano che avevano garantito di interessarsi al caso, papà Massimiliano e mamma Gilda sono tutt’ora detenuti in carcere, separati, allo stesso modo di delinquenti incalliti che invece riescono ad ottenere arresti domiciliari o comunque provvedimenti difficili da spiegare.
Tanto è vero, che perfino gli altri detenuti, i sorveglianti, gli operatori dei due carceri li trattano come ospiti/visitatori.
Per i Giudici di Massa i due genitori, che si sono riappropriati della propria figlia, incapaci di accettare provvedimenti di un Tribunale per i Minorenni e di consulenti/psicologi del Tribunale per i Minorenni scelti per dare un esempio punitivo e rapire la propria figlia, sono dei sequestratori, dei violentatori delle suore a cui ora è affidata Anna Giulia.
Ridicole  e di nessuna validità giuridica le motivazioni del GIP di Massa che ha addirittura sostenuto la tesi del sequestro di persona.
Per tutto questo tempo l’importante era fare diventare invisibile questa piccola famiglia; nascosti in carcere i due genitori, sequestrata dai Giudici e riaffidata allo stesso personale, agli stessi dirigenti, nello stesso posto la bambina,
senza sostegno psicologico da 2 anni, una tutrice matrigna, le sorellastre religiose con compiti educativi e vice genitori sono riusciti a martellare psicologicamente Giulia fino a farle dimenticare di avere una sua famiglia con tanto di mamma e papà, nonni materni e paterni.
La CTU del Tribunale che avrebbe dovuto risolvere tutto in tre mesi, da 9 mesi è riuscita nell’intento di non fare mai incontrare anche solo per esaminarli e valutarli, la bambina e i genitori.
A contatto diretto,  con i Giudici del Tribunale per i Minorenni, la CTU è stata contestata, più volte segnalata al Presidente del Tribunale per i Minorenni per gli eventuali pregiudizi sui genitori di Anna Giulia ed per gli errori procedurali.
Dopo 9 mesi , ai consulenti di parte il Tribunale non ha mai risposto.
Questa mattina al Tribunale Ordinario in funzione Collegiale Massimiliano e Gilda Camparini per poche ore ora tornano ad essere visibili, sperano ancora che la scritta alle spalle dei Giudici “La legge è uguale per tutti” valga anche per loro.
Purtroppo la loro condizione sociale, il mercato dell’assistenza attraverso  centri di aiuto non meglio definiti, un personale Armata Brancaleone che non tiene minimamente conto dei diritti dei bambini, fanno si che questi genitori e questa bambina non facciano notizia.
Quanto prima questa famiglia deve ritornare ad essere  visibile.
L’accuse del legale dei genitori che rapirono la figlia a Marina di Massa

 
«I Camparini dimenticati da tutti»

 MASSA. Sono passati 4 mesi dal 29 luglio, giorno in cui a Massimiliano e Gilda Camparini fu sottratta dai tribunali la figlia di 5 anni. Questa mattina, dopo 120 giorni di carcere, inizia il processo. Le accuse nei confronti dei due genitori sono davvero pesanti. Il loro avvocato, Francesco Miraglia, è pronto a dare battaglia in aula. «Non è stato un rapimento», dice il legale.  Massimiliano Camparini, 40 anni, e Gilda Fontana, 45 anni, al giudice per le indagini preliminari Giuseppe Laghezza hanno già raccontato tutta la loro disperazione, motivando così il gesto disperato di portare via la figlia Anna Giulia dalla casa famiglia gestita dalle suore.  Agli inquirenti la coppia – protagonista una settimana fa di un appello a Chi l’ha visto? – ha mostrato anche cinque fotografie scattate subito dopo aver preso la bambina: si vede la piccola che sorride ed è felice di stare con i genitori. L’avvocato Miraglia aveva chiesto, proprio per questi scatti, che il reato contestato passasse da sequestro di persona a sottrazione di minore. Invece non c’è stato nulla da fare e moglie e marito sono rimasti in cella. Lui a Massa e lei a Livorno. Secondo l’avvocato, nella vicenda manca uno dei presupposti del sequestro di persona, cioè la privazione della libertà personale. E su questa linea continuerà a difendere i suoi assistiti. Oggi potrebbe anche chiedere al tribunale di ascoltare la piccola. Intanto va giù pesante contro mil sistema giudizioario italiano: «Sono stati dimenticati da tutte le istituzioni e in particolar modo dal ministro della Famiglia Giovanardi e da quello della giustizia Alfano che avevano garantito di interessarsi al caso. Papà Massimiliano e mamma Gilda sono tutt’ora detenuti in carcere, separati, mentre delinquenti incalliti che invece riescono a ottenere arresti domiciliari o comunque provvedimenti difficili da spiegare».  Miraglia rivela un aspetto della loro vita da reclusi: «Perfino gli altri detenuti, i sorveglianti, gli operatori dei due carceri li trattano come ospiti. Per i giudici di Massa i due genitori, che si sono riappropriati della propria figlia, incapaci di accettare provvedimenti di un Tribunale per i Minorenni e di consulenti del tribunale per i Minorenni scelti per dare un esempio punitivo e rapire la propria figlia, sono dei sequestratori, dei molestatori delle suore a cui ora è affidata la bimba». Infine Miraglia se la prende con il gip: «Di nessuna validità le motivazioni dove si sostiene la tesi del sequestro di persona. Per tutto questo tempo l’importante era fare diventare invisibile questa piccola famiglia; nascosti in carcere i due genitori, sequestrata dai giudici e riaffidata allo stesso personale, agli stessi dirigenti, nello stesso posto la bambina, senza sostegno psicologico da due».  È un processo delicato. Come detto sette giorni fa la mamma di Massimiliano è andata a Raitre, alla trasmissione della Sciarelli, per accendere i riflettori su una vicenda che dopo aver conquistato le cronache nazionali è finita nel dim enticatoio. I genitori della piccola hanno alle spalle una vita difficile ma chiedono di poter avere un’altra possibilità. «Non hanno fatto nulla – ha detto la donna davanti alle telecamere di Chi l’ha visto? – con la loro bimba hanno passato una bella vacanza dopo tanto tempo che non si vedevano. Adesso hanno bisogno di aiuto». Intanto questa attina parte il processo per rapimento.

 

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