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Cassino: il Sindaco pubblica il decreto relativo alle due sorelline strappate alla zia, senza omettere i dati sensibili

Un atto gravissimo di violazione della privacy e della Carta di Treviso

Cassino (7 Maggio 2021). Un atto gravissimo è stato commesso dal sindaco di Cassino, Enzo Salera: per giustificare il suo operato e per “chiamarsi fuori” dal pasticcio commesso dai suoi Servizi sociali e sanato dal Tribunale per i minorenni di Roma, con una disposizione di due giorni fa, ebbene rilascia insieme a una dichiarazione anche il testo della sentenza del tribunale stesso, senza omettere i dati sensibili. Questo consente quindi a chiunque di risalire all’identità delle due sorelline di 8 e 11 anni, strappate un mese fa alla zia e rientrate finalmente a casa su disposizione, appunto, del tribunale.

«Oltre ad aver violato la privacy di queste due bambine e della loro zia» commenta l’avvocato Miraglia, «è stata violata anche la Carta di Treviso, che vieta di rendere note pubblicamente le generalità o i dati che possono far risalire all’identità dei minori coinvolti in situazioni che potrebbero comprometterne l’armonioso sviluppo psichico. Che danni rischia di causare tutto questo alle bambine, ora che tutti potranno essere a conoscenza della loro identità? Una volta di più questo sindaco dimostra di non essere adatto al ruolo che ricopre. Resto sbigottito, poiché in tanti anni mai avevo assistito ad un atto simile». Tra l’altro, per “lavarsi le mani” dall’intera vicenda, il sindaco afferma con convinzione di non essere più il tutore delle bambine dal 4 febbraio scorso, data in cui avrebbe trasferito la propria delega all’assistente sociale. «La tutela di un minore è un atto stabilito da un giudice» prosegue l’avvocato Miraglia, «pertanto deve essere solo e unicamente un magistrato a pronunciarsi sul trasferimento dell’incarico ad altra persona. Non è che uno possa alzarsi una mattina e decidere di passare il testimone a qualcun altro. A questo punto spero che tutte le forze politiche si attivino per rimuovere costui dal ruolo di primo cittadino: e non lo sto dicendo per fare della speculazione politica. Non lo ho mai fatto né mi interessa cominciare proprio ora. A muovermi è solo la preoccupazione per il benessere dei cento minori che il sindaco, per sua stessa ammissione, dice di avere in carico ai suoi Servizi sociali: se i bambini a Cassino vengono trattati come queste due sorelline, si salvi chi può».

Intanto lo studio legale Miraglia ha informato immediatamente il Tribunale per i Minorenni di Roma e  la  Procura minorile affinché trasmetta gli atti alla Procura della Repubblica: le violazioni commesse divulgando un provvedimento riferito a due minori  senza omettere i dati personali sono di una gravità inaudita, soprattutto da parte di un ex tutore e sindaco.

Cassino, la segretaria comunale incontra la zia delle bambine

Photo Credits by Piotr Gurgul License by Creative Commons

La dirigente mette in discussione l’operato dei Servizi sociali

Cassino (25 Aprile 2021). A sorpresa la zia delle bimbe, che il 6 aprile scorso i Servizi sociali di Cassino le hanno strappato e portato in comunità, ha incontrato la segretaria comunale del Comune, la quale, nel corso del colloquio, si è mostrata molto contrariata rispetto all’operato dei Servizi sociali in merito all’allontanamento illegittimo delle bambine, ritenendo assolutamente inspiegabile quanto accaduto. Nei confronti della zia ha avuto parole positive, ritenendola una persona perbene e con un elevato livello socio-culturale e, a suo parere, le bambine dovrebbero tornare immediatamente a casa con lei.

«Non possiamo che elogiare la segretaria comunale, dirigente ad interim dell’area Servizi» dichiara l’avvocato Miraglia, che difende la zia delle bambine, «perché ha fatto quello che ci attendevamo da venti giorni da parte del sindaco: ha parlato con la zia, l’ha conosciuta di persona, ha studiato i fatti. Sono intervenuti una serie di politici a difesa del sindaco, molti nemmeno sapevano cosa fosse accaduto in realtà: semplicemente si sono lanciati in una difesa d’ufficio del primo cittadino. Invece avrebbero dovuto fare tutti, sindaco in primis, quello che ha fatto la dirigente: parlare con la zia. Bisogna parlare con le persone, anziché agire sulla base di pregiudizi. Auspichiamo che il sindaco prenda le distanze da questi operatori e che il Tribunale tenga ora in considerazione queste dichiarazioni della dirigente comunale».

Nel frattempo la zia ha presentato un’integrazione di querela per abuso d’ufficio e violenza privata nei confronti degli assistenti sociali: le bambine furono portate via d’imperio, con l’inganno, un pomeriggio nel quale la zia le aveva accompagnate in municipio per un colloquio protetto con il loro papà. Appena saputo che avrebbero dovuto essere condotte in comunità le bimbe, piangendo, avevano tentato di fuggire disperate: una di loro, afferrata al volo da uno degli operatori, cadde a terra ferendosi alla mano e al ginocchio.

«L’articolo 403 del Codice civile, applicato in questo caso» conclude l’avvocato Miraglia «consente ai Servizi sociali di intervenire in situazioni di emergenza e grave pericolo in cui dovessero trovarsi dei minori. Ma auspichiamo un intervento del legislatore affinché lo abolisca, per l’abuso che ne fanno alcuni Servizi sociali, che lo utilizzano spesso a proprio piacimento e senza che vi sia un pericolo imminente da cui mettere al riparo i bambini».