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I Malamente Le nuove marginalità.

I GIOVANI E ADOLESCENTI CHE COMMETTONO REATI SONO TUTTI DELINQUENTI O MALATI? UN ARGOMENTO SU CUI RIFLETTERE AFFRONTATO NEL LIBRO “I MALAMENTE, LE NUOVE MARGINALITA’: RAGAZZI MESSI ALLA PROVA”
L’iniziativa verrà presentata a Roma presso il Tribunale per i Minorenni il prossimo 5 marzo 2014.
Cosa si può e si deve fare per evitare che i giovani, che oggi commettono un reato, siano sistemati in modo incondizionato nelle case famiglia, affinché su di essi non si eserciti un vero e proprio accanimento terapeutico  con  la somministrazione di terapie psicofarmacologiche spesso non necessarie? E’ vero che coloro che oggi compiono un crimine (dall’atto vandalico all’omicidio) sono necessariamente dei delinquenti o dei malati?
E’ riflettendo su questi argomenti, e in particolare partendo da un episodio avvenuto a Modena nel 2008, dove alcuni ragazzi di buona famiglia incendiarono il loro istituto scolastico, che nasce il libro “I Malamente, le nuove marginalità: ragazzi messi alla prova” (Armando Editore, 2013) scritto dalla psicologa e presidente dell’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare (I.N.PE.F.) Vincenza Palmieri e dagli avvocati Francesco Miraglia del Foro di Modena ed Eleonora Grimaldi del Foro di Roma, che verrà presentato il prossimo 5 marzo alle ore 15 presso la Sala Conferenze del Tribunale per i Minorenni di Roma.
Un’iniziativa organizzata dal Groupement Europééen des Magistrats pour la Médiation (sezione italiana) in collaborazione con l’Ordine degli avvocati di Roma, con l’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare ed accreditata presso l’Ordine di Roma (3 c.f.). Oltre agli autori, nel pomeriggio saranno presenti anche la dr.ssa Melita Cavallo, Presidente del Tribunale per i Minorenni di Roma, il procuratore dr. Claudio De Angelis (della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Roma), l’avvocato e il consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Roma, Mario Scialla. A coordinare gli interventi sarà l’avvocato della Cassa Forense di Roma, dr.ssa Donatella Cerè.
“Come avvocato che si occupa di Diritto minorile e di famiglia – spiega Francesco Miraglia – mi trovo sempre più spesso difronte a ragazzi che compiono reati di una certa gravità e che per questo motivo vengono “ospitati” in case famiglia (come previsto dalla legge si tratta di una misura alternativa al carcere). In molti di questi casi mi sono chiesto se dei loro comportamenti aggressivi e “trasgressivi” non fossimo responsabili anche noi, sia come professionisti impegnati a dover fare delle risposte a questi atteggiamenti, ma anche come cittadini, appartenenti ad una società nella quale è sempre più difficile vivere e confrontarsi. Mi sono domandato se le strutture di accoglienza e lo stesso sistema giudiziario italiano sia realmente pronto a ovviare a questi problemi, se abbia e utilizzi strumenti consoni a “giudicare” i loro bisogni, le loro aspettative, il loro reinserimento nella realtà. E’ giusto criminalizzarli? O forse siamo anche noi adulti disattenti alle loro esigenze? Credo che non vi sia miglior luogo, per affrontare oggi questo tipo di tematica, che la struttura che ci ospita, cioè il Tribunale per i Minorenni. Egli infatti rappresenta, in primis, l’istituzione dove vengono decisi i destini di questi ragazzi. Certo ho conosciuto giovani che non si sono mai pentiti di quanto avevano fatto ma altri che, pur ravvedendosi, hanno vissuto esperienze traumatiche che li hanno segnati a vita. Vorrei che riflettessimo attentamente su questa situazione, cercando di analizzarla nel profondo, cercando di trovare alternative valide e soluzioni affinché il nostro sistema giudiziario diventi poco per volta capace  di dare risposte concrete e più attente al disagio dei ragazzi, tenendo conto della loro salute e del futuro che li aspetta”.