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Milano: ragazzina scappa dalla comunità, la Corte di appello decide : deve rimanere con i genitori

MILANO (23 Settembre 2022). Una ragazzina di tredici anni è scappata dalla comunità in cui era costretta a vivere (la terza in tre anni) ed è tornata a casa dai genitori, nel Milanese. Senza gli psicofarmaci che era costretta ad assumere nella struttura ha raccontato con lucidità di anni di vessazioni e bugie. Soprattutto menzogne riferitele dai Servizi sociali e dagli operatori: ogniqualvolta chiedeva di vedere i genitori, le veniva risposto che non era possibile. Mentre ai genitori riferivano che fosse la ragazzina a non volerli incontrare, e se li vedeva o sentiva veniva colta da autentiche crisi psicotiche. Il suo tutore asserisce ora che la tredicenne non è credibile.

«Delle due l’una – commenta l’avocato Miraglia, che tutela gli interessi di questa famiglia – o era poco credibile quando affermava di essere impaurita e che non voleva vedere il padre oppure adesso che dichiara di non aver mai pronunciato tali parole. Qualcuno dovrà darci delle spiegazioni in merito. Noi intanto procederemo con un’integrazione della querela presentata l’anno scorso, quando denunciammo gli operatori per circonvenzione d’incapace e maltrattamenti: se la ragazzina da tre anni si trova in comunità e da due anni le viene impedito di vedere i genitori, è chiaro che non può essere incolpata la famiglia e che la responsabilità è in capo tutta ai Servizi sociali e alla comunità».

«Eravamo alla vigilia di un incontro tra la ragazzina e i genitori, che fino a qualche giorno prima era entusiasta di rivederli dopo tanto tempo. Ma è stata enorme la sorpresa nell’apprendere che la bambina si rifiutava improvvisamente di vedere il papà, insultandolo, raccontando di avere paura di lui, di ricordare episodi orribili».

Da allora sono trascorsi dei mesi e la situazione non è cambiata, tutt’altro. La ragazzina – non è dato sapere per quali motivi e su disposizione di chi – è stata costretta ad assumere una terapia farmacologica. Ma questo non le ha impedito di continuare a stare male, fino a decidere di scappare più volte. L’ultima, la settimana scorsa, è riuscita a raggiungere casa dei genitori.

Adesso che non assume farmaci è orientata, lucida e serena e in famiglia racconta di maltrattamenti e che mai ha detto di non voler vedere i genitori.

Alla luce di ciò la Corte d’Appello di Milano ha accolto il ricorso presentato dai genitori, stabilendo che la soluzione migliore per la sua serenità sia di lasciarla a casa con i genitori, facendole seguire un percorso di sostegno psicologico.

«Informeremo quindi la Procura – conclude l’avvocato Miraglia – anche attraverso l’integrazione della querela, sperando si faccia chiarezza su una vicenda che oltre ad aver tenuto ingiustamente e immotivatamente lontana una ragazzina da casa per tre anni, le ha cagionato sofferenze indicibili».