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Ci Sono anch’io. La disabilità è una diversità della dimensione umana.

Nelle comunità contemporanee che si autodefiniscono sorrette dal principio costituivo-costituzionale di libertà-uguaglianza, la convivenza è concepibile soltanto attraverso il riconoscimento dell’attitudine e del diritto di ciascuno a coltivare la propria libertà, limitata soltanto dal confine della libertà altrui. Per questo motivo, chi vive condizioni personali particolari e differenti da quelle della maggioranza delle altre persone non può essere escluso dalla partecipazione al consesso sociale e deve beneficiare di mezzi per esprimere appieno le proprie attitudini e inclinazioni, in condizioni di parità con gli altri. Si tratta di un suo diritto, di cui è titolare come persona umana e la cui tutela costituisce condizione necessaria al dovuto rispetto per la dignità della persona, fulcro della civile vita associata. Una piena condizione di tutela del diverso -e, in particolare, della persona che vive una situazione temporanea o permanente di disabilità- presuppone altresì che la fruizione del sostegno abbia luogo su base consensuale. In ogni dinamica assistenziale, sono centrali la libertà e la volontà dell’interessato. Poter affermare la propria presenza, dire “Ci sono anch’io”, significa poter contare sulla fruizione dei propri diritti, ma anche sull’autonomia nel compimento delle scelte: essere ‘sostenuti forzosamente’ e alle condizioni imposte da chi pretende di erogare il sostegno secondo condizioni unilateralmente standardizzate non solo costituisce una condizione inconcepibile sul piano dei criteri di libertà-uguaglianza (oltre che un ossimoro sul piano logico e linguistico), ma si risolve in una privazione della dignità, tale da integrare una delle più gravi forme di discriminazione e prevaricazione.

Tutto questo emerge, in Ci sono anch’io, attraverso la delicata considerazione della vicenda umana e la chiara enucleazione dei contenuti normativi e dell’evoluzione di politica del diritto che ha caratterizzato, in oltre mezzo secolo di storia, la materia del sostegno alla persona. Il piano umano e quello tecnico-giuridico (ma anche politico, nell’accezione dell’impegno civile) si amalgamano in una commistione puntuale e garbata, sempre trasparente, che può essere frutto soltanto di un’esperienza radicata e durevole degli Autori al fianco delle persone. La persona è persona, senza che una qualche qualificazione possa valere a limitare l’univocità e ampiezza del concetto.  Riconoscere l’essere umano significa trovarlo anche dove la voce è troppo flebile per arrivare da sola, dove la luce splende solo nei pensieri o in fantasie incomprese, dove forza e vigore sono quelli della dignità a prescindere da quelli del corpo. Si tratta di princìpi troppo spesso trascurati e che perciò avevano bisogno di essere riaffermati, senza retorica e con la chiarezza data dalla competenza, che caratterizza questo volume.

Francesco Morcavallo

Sabato 18 febbraio, a Piazza Libertà, si parlerà di disabilità con Daniela Vita e Francesco Miraglia, che presenteranno il loro nuovo libro: “Ci sono anch’io”.

Dopo “L’avvocato dei bambini”, Francesco Miraglia (avvocato del Foro di Madrid) torna sulla scena con un nuovo volume: “Ci sono anch’io”, scritto a quattro mani con l’avvocato Daniela Vita (Foro di Reggio Calabria) e edito da Armando Editore.  Sabato 18 febbraio, alle ore 20:30, gli autori saranno ospiti nel programma Piazza Libertà, condotto da Armando Manocchia su ByoBlu (canale 262 DT, Canale 816 SKY Canale 462 TVSAT), non solo per presentare il loro libro, ma anche per ribadirne il messaggio principale: ogni persona è unica, ha il diritto di essere diversa e di essere libera di esprimersi senza ostacoli.

Attraverso la storia di Sara, personaggio fittizio di una ragazza disabile, vengono ripercorse le norme civilistiche internazionali presenti in Convezioni, Trattati e Carte per la difesa dei diritti delle persone affette da disabilità. I documenti vengono esaminati con linguaggio semplice e comprensibile anche per chi non si occupa della materia, con la chiarezza propria di chi ha avuto un’esperienza radicata e durevole al fianco delle persone che hanno più bisogno di aiuto. Il libro non si limita a una presentazione di regole e leggi, ma getta luce su tutti gli inconvenienti quotidiani che deve affrontare chi, per qualunque motivo, non rientra negli schemi della “normalità”: dall’assenza delle istituzioni alla presenza di barriere culturali e architettoniche, i disabili si trovano a dover superare ostacoli talvolta anche minimi che, tuttavia, non consentono loro di godere di diritti fondamentali, che chi è normodotato dà spesso per scontato. Si tratta di un volume di sensibilizzazione, per rendere consapevoli non solo coloro che dimostrino interesse per il problema, ma anche gli stessi disabili, che spesso ignorano le norme che li tutelano e i servizi a cui hanno diritto.

Il sottotitolo “La disabilità è una dimensione della diversità umana” è emblematico: ogni persona è speciale e ha pari dignità, merita rispetto e la possibilità di comunicare la propria presenza, i propri pensieri e le proprie esigenze. Di dire, in sintesi, “Ci sono anch’io!”. Si tratta di principi che vengono sempre più spesso trascurati e che devono essere riaffermati con forza, come fanno gli autori in questa nuova opera.

Ci sono anch’io La disabilità è una dimensione della diversità umana

di Nunzia Manicardi

“Ci sono anch’io.” Quasi un grido di riconoscimento, che va ben oltre il titolo di un libro: il grido di riconoscimento di chi nella società viene etichettato come “diversamente abile” per fornirgli ipocritamente un ruolo attivo ma che in realtà, giorno per giorno, verifica che non è affatto così e che siamo ancora assai lontani da un’effettiva accettazione della diversità umana.

Si intitola proprio così: “Ci sono anch’io” (Armando Editore, Roma, dicembre 2022, pp. 278, € 26), il volume appena uscito in libreria che  Francesco Miraglia, insieme con  Daniela Vita, ha dedicato a questo argomento, a ulteriore arricchimento di un percorso non solo professionale ma anche editoriale che, sempre con Armando Editore, ha già prodotto altri suoi libri rivolti ai tanti problemi della violazione dei diritti dei minori, degli emarginati e dei più deboli in generale.

Sono questi, per altro, i temi a cui gli autori si dedicano da oltre vent’anni con risultati che ne hanno fatto degli esperti tra i  più noti e seguiti in tutta Italia soprattutto in materia di diritto penale, diritto di famiglia e minorile.

Il libro in oggetto, già dal sottotitolo, non lascia adito a dubbi: “La disabilità è una dimensione della diversità umana”. Questo è il concetto basilare che tutte le norme civilistiche internazionali dovrebbero aver già recepito essendo basato sulla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani promulgata dall’Onu nel 1948 e ribadita nella Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con disabilità nel 2006. Tra l’uno e l’altro documento ci sono state tante tappe intermedie, specialmente europee per quanto ci riguarda più da vicino: Convenzioni, Trattati e Carte che, passo dopo passo, hanno accompagnato il lento ma graduale e ormai irreversibile (così almeno si spera) percorso di crescita e di consapevolezza collettiva di un problema, quello dell’handicap e della diversità in generale, che può arrivare a riguardare ciascuno di noi, in un qualsiasi momento della nostra vita. Perché “diversamente abili” non solo si nasce, ma lo si può anche diventare.

È evidente, perciò, che la lettura di questo libro, molto dettagliato anche nei riferimenti tecnici ma di approccio e scrittura facilmente accessibili, è consigliata a tutti e non solo a chi ne è maggiormente interessato perché già coinvolto dal problema. Attraverso la storia di Sara, personaggio fittizio di una giovane disabile, vengono presi in esame tutti gli aspetti della realtà di vita che si trova ad affrontare chiunque, per qualunque motivo, non possa rientrare negli schemi della “normalità”: dall’accessibilità (non solo ai luoghi pubblici ma anche alla lettura e alla fruizione dell’arte e della musica) al diritto alla salute, all’istruzione e al lavoro, dal rispetto della vita privata alla partecipazione alla vita politica e pubblica, e così via lungo tutti gli aspetti normativi ed esistenziali, analizzati compiutamente e con attenta e partecipe cognizione di causa.

La presentazione dell’avvocato Francesco Morcavallo e la postfazione della pedagogista Vincenza Palmieri, anch’essi nomi ben conosciuti in riferimento alle problematiche in questione, completano questo interessante libro rivolto a coloro che sanno perché sappiano ancora di più e a coloro che non sanno perché imparino innanzitutto a capire e poi ad agire di conseguenza in una prospettiva sociale ed inclusiva in cui, se tanto è stato fatto, molto resta ancora da fare.

In tutte le librerie “Ci sono anch’io” La disabilità è una dimensione della diversità umana 

In tutte le librerie “Ci sono anch’io” La disabilità è una dimensione della diversità umana.
Daniela Maria Vita e  Francesco Miraglia sono in tutte le librerie con un nuovo libro: “Ci sono anch’io. La disabilità è una dimensione della diversità umana” (Armando Editore). Un volume sui diritti spesso disattesi delle persone con disabilità, scritto a quattro mani. Il libro sarà presentato in anteprima nel capoluogo reggino venerdì 20 gennaio alle ore 17, presso la Sala dei Lampadari di Palazzo San Giorgio durante il convengono “La disabilità a fumetti” promosso dall’Assessorato al Welfare del comune di Reggio Calabria.

Interverranno, oltre agli autori, anche la psicologa Menita Crucitti, la psichiatra Caterina De Stefano, l’avvocato Antonella Cilione e l’assessore alle Politiche sociali Demetrio Delfino.

La prefazione del libro è affidata all’avvocato Francesco Morcavallo e la postfazione alla Prof.  Vincenza Palmieri.

Attraverso la storia di Sara si percorrerà il cammino che una persona affetta da disabilità deve affrontare all’interno della società attuale, alle prese con la legittima rivendicazione dei propri diritti – spesso ignorati dalla persona stessa.

Disabili si nasce, ma si può anche diventare lungo il cammino della propria vita: può toccare quindi a chiunque, in qualunque momento. Nessuno può dirsi immune, nessuno può dire “questo argomento non mi interessa, non mi sfiora”.

La storia di Sara è un invito a riflettere sull’unicità di ogni persona, sul diritto di essere diversi e di potersi esprimere in condizione di parità con gli altri. È un viaggio attraverso quei principi di diritto posti a fondamento della tutela della persona nei suoi aspetti più profondi che traggono origine dalla Dichiarazione universale dei diritti umani promulgata dall’Onu nel 1948, successivamente ribaditi nella Convenzione Onu sui Diritti delle persone con disabilità nel 2006.

Principi troppo spesso trascurati e che hanno pertanto il bisogno di essere riaffermati, in una prospettiva sociale e inclusiva: se tanto è stato fatto, molto resta ancora da fare.

 

 

Novità Editoriale: Ci sono anch’io. La disabilità è una dimensione della diversità umana

Questo libro è dedicato a coloro che non sanno affinché imparino innanzitutto a capire e poi ad agire di conseguenza. Questa è la storia di Sara, disabile, che racconta la sua diversità giorno per giorno illustrando gli sforzi, le difficoltà e la forza interiore per non lasciarsi abbandonare e dare una dignità positiva alla propria vita.

La storia di Sara, che parla della sua disabilità, è un invito a riflettere sull’unicità di ogni persona, sul diritto di essere diversi e di potersi esprimere in condizione di parità con gli altri.

Affermare la propria esistenza, dire ci sono anch’io, significa riconoscere l’essere umano e trovarlo anche dove la voce è troppo flebile per arrivare da sola.

Questo libro si propone come un viaggio attraverso quei principi di diritto posti a fondamento della tutela della persona nei suoi aspetti più profondi.

Principi, troppo spesso trascurati, e che perciò hanno il bisogno di essere riaffermati, senza retorica.

In una prospettiva sociale e inclusiva, se tanto è stato fatto, molto resta ancora da fare.

 

Bergamo: Continua il tour per l’Italia di Francesco Miraglia tra le comunità senegalesi 

Bergamo (24 Ottobre 2022). L’Associazione Senegalese di Bergamo (ASSOSB) rappresentata dal Presidente Sig. Seck Cheikh Tidiane 1 novembre alle ore 16 organizza un incontro dal tema: “diversità culturale, giustizia minorile e bambini allontanati”

All’incontro, sarà presente Francesco Miraglia, avvocato di foro di Madrid, esperto in Diritto di famiglia e Diritto minorile. L’incontro si terrà martedì 1 novembre alle 16 presso la sede dell’associazione ASSOSB in Corso Europa n° 55 Ciserano (BG). Sarà l’occasione per illustrare le modalità in cui funzionano i servizi sociali, gli affidi e la genitorialità in Italia anche attraverso la consegna dell’opuscolo «Servizi sociali, affidi e genitorialità: qualcosa da chiarire», realizzato dallo stesso Miraglia in collaborazione con l’associazione Peribimbi.it, con lo scopo di aiutare e informare i genitori dell’attuale ordinamento giuridico italiano in materia di affidi, al fine di renderli maggiormente responsabili ed efficaci nella difesa del loro ruolo e nella protezione dei propri figli da potenziali abusi d’ufficio. Un opuscolo appositamente tradotto in francese per essere meglio compreso dalla comunità senegalese.

Autore di diversi libri, l’ultimo dei quali si intitola “L’avvocato dei bambini, Troppo potere senza controllo: ecco come si costruiscono i falsi abusi familiari e gli affidi illeciti”, Francesco Miraglia, grazie alla collaborazione con Moustapha Wagne, segretario generale del coordinamento migranti di Verona e consulente in materia di immigrazione, ha avviato un’attività di consulenza con la comunità senegalese, così come qualche anno fa aveva fatto con la comunità dell’Ecuador. I minori di origine straniera molto spesso e troppo frettolosamente vengono allontanati dai loro nuclei familiari e inseriti in comunità di accoglienza per presunti maltrattamenti o episodi di abbandono, quando magari nella maggior parte dei casi si tratta di differenti abitudini culturali o di mancanza di conoscenza delle leggi italiane. Le diversità soprattutto culturali vanno capite e rispettate non certamente giudicate superficialmente e pregiudizialmente come spesso accade.

 

Torino, convegno “I più fragili tra i più fragili”

Il 30 giugno si parlerà di tutela dei minori al Consiglio regionale del Piemonte

TORINO (27 Giugno 2022). L’avvocato Francesco Miraglia del Foro di Madrid , esperto in Diritto di famiglia e Diritto minorile, sarà relatore al convegno “I più fragili tra i fragili” in programma il 30 giugno nella sede del Consiglio regionale del Piemonte. È stato invitato in quanto uno dei massimi esperti in Italia di tutela dei minori e, più in generale, delle fasce più deboli della popolazione: in anni di battaglie si è sempre speso affinché il sistema affaristico che ruota attorno a un certo tipo di assistenza, in particolar modo quella minorile, venga definitivamente smantellato. Al convegno ci si interrogherà quindi su alcuni temi: se esistono, innanzitutto, delle forme di tutela alternative a quelli attualmente in uso, vale a dire – per quanto concerne i minori – gli affidi eterofamiliari, che spesso sfociano in vere e proprie adozioni mascherate, o l’ospitalità in comunità e case famiglia, che si arricchiscono sulla pelle dei bambini grazie ai contributi pubblici (le rette a carico delle casse comunali per consentire l’alloggio in una struttura ai minori vanno dai 70 ai 400 euro al giorno per ogni bambino o ragazzo allontanato dalla propria famiglia). Si affronterà quindi il tema dei programmi e delle proposte che potrebbero essere possibili con le leggi vigenti in questo momento.

Promotori dell’evento sono Riccardo Ruà e Rachele Sacco, presidente e vicepresidente dell’associazione nazionale Adelina Graziani contro malasanità e tutela dei diritti umani. Relatori, insieme all’avvocato Francesco Miraglia, saranno anche la professoressa Vincenza Palmieri, ambasciatrice dei diritti umani nel mondo e fondatrice dell’Istituto nazionale di pedagogia familiare; Chiara Caucino, Assessore alla Famiglia della Regione Piemonte; Vincenzo Pacileo Procuratore Aggiunto della Procura di Torino, Antonella Barbera, Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Torino  gruppo Fasce Deboli Carlo Picco , Direttore Generale Asl “Citta di Torino”, Domenico Martelli, Direttore  Responsabile  Medica  Interna  dell’Ospedale Maria Vittoria Modera il convegno Valerio Grosso  (Giornalista Cronaca Qui)

Esiste un mondo articolato, legato a un vero e proprio business sulla pelle dei bambini figli di famiglie fragili o in temporanea difficoltà: un esempio eclatante è lo scandalo di Bibbiano, ma ogni giorno si consumano tante piccole e grandi “Bibbiano” nel silenzio più totale e nella disperazione dei genitori che si vedono i figli strappati e allontanati per anni, senza motivi validi e reali. E potrebbe capitare a chiunque, perché nella sua lunga carriera  Francesco Miraglia si è imbattuto in casi di famiglie in condizione di povertà materiale e culturale, ma anche in professionisti affermati e in famiglie abbienti. Da questa esperienza è scaturito l’ultimo libro dell’avvocato Francesco Miraglia “L’avvocato dei bambini. Troppo potere senza controllo: ecco come si costruiscono i falsi abusi familiari e gli affidi illeciti”. Parlare e informare sulle norme e sulla loro applicazione ai principi della libertà e dell’uguaglianza – soprattutto dell’uguaglianza dei privati di fronte al potere pubblico – equivale a contrapporre un sistema di diritti e tutele ad un sistema di prevaricazione.

Evento on-line “Bibbiano è in tutta Italia”

A tre anni dall’inchiesta “Angeli e demoni” proposte per evitare gli inutili allontanamenti dei minori

BIBBIANO (23 Giugno 2022). Era il 27 giugno del 2019 quando esplose l’inchiesta “Angeli e demoni” sugli affidi illeciti. A tre anni da quello scandalo che sconvolse l’Italia, ma scoperchiò un sistema squallido e torbido, vile perché lucrava sulla pelle dei bambini, lunedì 27 alle 20.30 sarà organizzato il convegno web “Bambini e famiglie: aiutiamoli a casa loro” per lanciare un appello a politici e amministratori, affinché non ci siano mai più bambini strappati ingiustamente alle famiglie. Al convegno interverràl’avvocato Francesco Miraglia del Foro di Madrid esperto in Diritto di famiglia e Diritto minorile, che lo scandalo di Bibbiano ha contribuito a farlo scoperchiare, dimostrando come il sistema fosse molto più articolato di quanto emerso dalle prime indagini e che sia presente in tutta Italia. Il “sistema Bibbiano” è solo la punta dell’iceberg, dove in gioco ci sono la vita di migliaia di bambini (si stima che ci siano cinquecentomila minori allontanati dalle famiglie d’origine e collocati in affidamento in comunità o in famiglie affidatarie) e un giro di affari degno di una finanziaria (pare che il fatturato si attesti intorno ai cinque miliardi di euro). Numerosi sono i casi di genitori che, letti sui giornali i nomi dei protagonisti dell’indagine “Angeli e demoni” hanno scoperto di essere anch’essi vittima della medesima orchestrazione. Casi che vanno indietro nel tempo di parecchi anni, nell’indifferenza dei tribunali e delle istituzioni pubbliche. Da questa esperienza è scaturito l’ultimo libro di Francesco Miraglia “L’avvocato dei bambini. Troppo potere senza controllo: ecco come si costruiscono i falsi abusi familiari e gli affidi illeciti”. Parlare e informare sulle norme e sulla loro applicazione ai principi della libertà e dell’uguaglianza – soprattutto dell’uguaglianza dei privati di fronte al potere pubblico – equivale a contrapporre un sistema di diritti e tutele ad un sistema di prevaricazione.

Se ne deve quindi parlare, per rendere consapevoli le persone di quanto accade e che nessuno è immune dal diventare potenziale vittima di questo sistema, indipendentemente dal grado di istruzione o dalla condizione economica e lavorativa: è sufficiente trovarsi temporaneamente in difficoltà a causa di una separazione conflittuale, per trovarsi privi dei propri figli. Per anni. Ed è giusto che ne siano interessata l’intera classe politica, alla quale chiedere con forza di far cessare queste situazioni, che si configurano come vere e proprie violazioni dei diritti umani e dei diritti dei bambini. Al convengo online, insieme all’avvocato Francesco Miraglia, interverranno la professoressa Vincenza Palmieri ambasciatrice dei diritti umani nel mondo e fondatrice dell’Istituto nazionale di pedagogia familiare, l’avvocato Francesco Morcavallo, Francesco Cattani presidente del Comitato “ASPEM Alleanza Sociale Famiglie e Minori”, Paolo Roat direttore del dipartimento Protezione dell’Infanzia del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umanie, con le loro testimonianze, Antonio Margini, Giuliano Braglia e Sonia Cecchinato.

 

Incontro tra Assessore Caucino, Garante Serra, Avvocato Miraglia del Foro di Madrid e Riccardo Ruà  

Incontro tra Assessore Caucino, la Garante per l’infanzia Serra, l’Avvocato Miraglia e Riccardo Ruà

Torino 14 Giugno 2022, era il 14 Gennaio 2020 quando C. di appena 7 anni, veniva condotto presso la Comunità Centro Paolo VI, sita in Casalnoceto, in provincia di Alessandria.

Una tragedia, fatta di privazione affettiva, reclusione e sedazione continua, che C. subisce da 2 anni e mezzo.

Da quando C. è recluso in questa struttura, non può più vedere nessuno, al bambino non viene data nemmeno la possibilità di vedere la sua mamma.

Ogni giorno da 2 anni e mezzo a questa parte, C. non sa più cosa sia una carezza, una parola di conforto un gesto d’affetto materno.

Un’infanzia caratterizzata da privazione affettiva assoluta, a C. hanno tolto tutto : l’infanzia, la famiglia, la scuola…

Non esistono compleanni, feste da condividere in famiglia, nessuno dialogo con la madre, solo psicofarmaci ed una struttura che è diventata la sua “prigione”.

Stiamo parlando di un bambino, un innocente che non si sa nel nome di quale scienza, è soggetto a tale crudeltà e spietatezza.

Eppure la madre del bambino, non è né una criminale, né soggetto abbandonante, nonostante ci sia stato il bieco tentativo di screditarla in ogni modo.

Una donna che ha sempre cercato di aiutare il proprio figlio, segnalando anche tutti gli impropri a cui il bimbo veniva sottoposto in sua presenza.

Impropri che trovano riscontro con prove e testimonianze raccolte in tutti questi anni, dove emergono delle rivelazioni a dir poco sconvolgenti : il Dottore della struttura ha pure asserito che il bambino, non voleva vedere la sua mamma, perché ne avrebbe paura a suo dire, un’affermazione, che non trova assolutamente riscontro nella realtà, che lede il reale desiderio di C. e che pronunciata in questi termini, cela una “detenzione” davvero preoccupante.

Infatti il 18 Maggio 2022, l’Assessore Chiara Caucino alle Politiche della Famiglia, dei insieme alla Garante per l’Infanzia Ylenia Serra, hanno potuto appurare, interpellando il piccolo C. in occasione di un loro blitz, presso la struttura in questione che in realtà il bambino, desidera solo tornare dalla sua mamma, e dalla sua nonna, e che a causa di questo privazione ne soffre profondamente.

Troppe le anomalie emerse in questa vicenda, che abbiamo seguito da vicino insieme all’Avvocato Miraglia del Foro di Madrid, che assiste la famiglia del bambino, e l’Associazione Adelina Graziani, Presidente Riccardo Ruà.

Ieri l’Avvocato Miraglia del Foro di Madrid, insieme a mamma N. e Riccardo Ruà, Presidente dell’Associazione Adelina Graziani, hanno incontrato l’Assessore Chiara Caucino e la Garante per l’infanzia Ylenia Serra.

Dichiarazione dell’Avvocato Miraglia, del Foro di Madrid che rappresenta lla famiglia del bambino.

Avvocato Miraglia del Foro di Madrid : “ringrazio l’Assessore Caucino e la Garante per l’infanzia Serra, per la disponibilità e l’ascolto della Signora, mamma del bambino”.

“Le ringrazio anche per la loro onestà intellettuale, e la volontà dimostrata nel cercare di capire come sono andate realmente le cose, in merito a questo caso, recandosi anche in struttura dove allo stato attuale è rinchiuso il bimbo”.

“Risulta quantomeno discutibile che un Tribunale abbia decretato l’allontanamento del minore dalla propria famiglia, solo sulla base di quello che asserisce la comunità in questione”.

“La visita in struttura dell’Assessore Chiara Caucino e della Garante per l’infanzia Ylenia Serra, che hanno potuto incontrare personalmente il bambino, ed ascoltarlo venendo a conoscenza del reale desiderio del bimbo, è ulteriore comprova di quanto sosteniamo”.

“Il bambino alla domanda posta dall’Assessore e dalla Garante per l’infanzia : “Qual’è il tuo sogno, il tuo più grande desiderio” – ha risposto ritornare a casa da mia mamma, pertanto oltre la comprova di quanto sostenuto, vi è anche la palese sofferenza che sta attraversando questo minore, costretto a vivere lontano dai suoi affetti”.

“La CTU non ha mai ascoltato il bambino, ne è mai riuscita a valutare la relazione madre-bambino, perché la comunità incredibilmente si è opposta, ed è ancora più incredibile che il Tribunale si sia girato dall’altra parte determinando la dichiarazione dello stato di abbandono del minore”.

“Presenteremo una denuncia alla Procura della Repubblica contro la comunità in questione e percorreremo tutte le strade legittime, a tutela della mia assistita e soprattutto del Diritto del bambino di ritornare quanto prima dalla sua famiglia ”.

Riccardo Ruà Presidente dell’Associazione Adelina Graziani si è espresso in tal senso.

Riccardo Ruà Associazione Graziani Adelina : “è stato un incontro che ha confermato quello che noi come Associazione avevamo verificato – le sostanziali falsità da parte di questi operatori che andavano a dire che il bambino aveva paura della madre”.

“Il medico della struttura, dichiarò al sottoscritto in presenza di testimoni una cosa gravissima, ed invece il bambino in piena lucidità, in un momento dedicato al gioco, alla domanda fatta dall’Assessore Chiara Caucino e dalla Garante per l’infanzia Ylenia Serra, “qual è il tuo sogno C. ?” il bambino ha risposto vorrei tornare dalla mia madre”

 “Quando ho sentito queste parole io insieme all’Assessore Chiara Caucino, abbiamo avuto un momento di profonda commozione”.

“Non sono riuscito a trattenere le lacrime, insieme all’Assessore Caucino, questo mi ha fatto pensare alla violenza inaudita che sta subendo questo minore”.

“Una ctu che non ha mai incontrato il minore, per capire veramente, verificando per davvero quello che noi come Associazione, eppure l’Assessore Caucino e la Garante Serra, abbiamo ampiamente appurato”.

“Questo ci sembra un’azione punitiva, un attacco diretto nei confronti della madre di C. ed è inaccettabile”.

“La sofferenza di questo bambino, in questi 2 anni e mezzo, la privazione affettiva che sta subendo è disumana, chi potrà ridare a questo bimbo tutti gli anni che gli anno tolto, privandolo di sua madre e della sua nonna”.

“Auspichiamo che in un Tribunale attento, riescano a ripristinare gli errori, che per noi hanno commesso nei confronti di questo minore”.

“Un incontro quello di oggi con che in certi momenti è stato molto commovente, in special modo quando l’Assessore e la garante hanno precisato che alla domanda specifica posta al bambino, quale fosse il suo sogno, il piccolo C. ha risposto con grande tristezza di volere tornare a casa, mi scendono le lacrime ancora ora, ogni qualvolta che immagino il dolore che sta provando questo bambino”.

“Inoltre ci tengo ad aggiungere : la mamma di C. quando andò in struttura per vedere suo figlio, è stata strattonata da parte di una neuropsichiatra della struttura, tanto che gli furono procurate delle lesioni, refertate dal Pronto Soccorso”.

 “In quell’occasione la madre veniva strattonata, ed il bambino trascinato via, mentre piangeva e ripeteva sofferente la parola MAMMA, mentre lo allontanavano forzatamente da lei, insomma una violenza inaudita, che non può trovare alcuna giustificazione”.

“Sicuramente se il DDL dell’Assessore Caucino “Allontanamento Zero” fosse già approvato, fatti a dir poco vergognosi di questo genere non potrebbero più verificarsi”.

Conclude Riccardo Ruà : “Sono onorato di aver potuto constatare la grande umanità dell’Assessore Caucino, sensibile a questi temi, e non posso che nutrire una profonda stima per una donna così meravigliosa, estendendo la mia gratitudine e stima anche alla Garante per l’Infanzia Ylenia Serra, per il grande coinvolgimento dimostrato nella tutela dei Minori e nel caso specifico del piccolo C., grazie di vero cuore”.

Anche noi ringraziamo l’Assessore Chiara Caucino e la Garante per l’infanzia Ylenia Serra, per essersi prodigate in tal senso, sapere che in Regione Piemonte ci sono delle persone così eccellenti, ci rincuora.

Un ringraziamento particolare all’Assessore Chiara Caucino, da parte di tutta la Redazione de “Il Quotidiano D’Italia” per essersi sempre distinta grazie alla sua grande umanità, per la concretezza e per il palese apporto istituzionale che l’Assessore Caucino dimostra.

 

 

 

 

2° Congresso Internazionale di Pedagogia Familiare: diritto internazionale e pedagogia familiare

di Francesco Miraglia

Una delle priorità di sempre è quella di proteggere bambini e ragazzi. I loro diritti sono tutelati dalla Convenzione Internazionale dei Diritti all’Infanzia e all’Adolescenza entrata in vigore nel 1989. Questo documento è tutt’ora il più completo per la protezione dei più giovani e si basa essenzialmente su due principi: l’ascolto delle loro opinioni da parte dello Stato (perché i ragazzi hanno voce in capitolo in ciò che li riguarda) e la non discriminazione, perché tutti i minori, senza che vi siano differenze per razza, sesso ed età, devono poter godere dei diritti contemplati dalla Convenzione. Si sostiene, poi, che l’attenzione per i bambini debba essere anteposta a qualsiasi altro affare dei governi e che i minori debbano vivere nelle condizioni necessarie per garantire loro uno sviluppo integrale, fisico, emotivo, culturale e sociale. Il compito di controllare se e come questi diritti vengano rispettati è stato affidato all’UNICEF, un organo dell’ONU, costituito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Nonostante ciò, ci sono ancora paesi in cui i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza vengono sistematicamente violati, soprattutto nelle parti del mondo in via di sviluppo, dove è tutt’ora molto diffuso lo sfruttamento del lavoro minorile. Ciò accade perché i titolari di fabbriche e industrie beneficiano di un maggior guadagno dando un salario minimo ai bambini, ma precludendoli, così, non solo dall’istruzione ma anche dalla possibilità di un’infanzia libera e spensierata con la loro famiglia.

Il ruolo dei genitori nella crescita e nella formazione dei figli è (non ci sarebbe bisogno di dirlo) fondamentale. A questo proposito, l’articolo 5 è particolarmente pregnante: “Gli Stati rispettano la responsabilità, il diritto ed il dovere dei genitori o, all’occorrenza, dei membri della famiglia allargata o della comunità secondo quanto previsto dalle usanze locali di tutori o delle altre persone legalmente responsabili del fanciullo di impartire a quest’ultimo, in modo consono alle sue capacità evolutive, l’orientamento ed i consigli necessari all’esercizio dei diritti che gli riconosce la presente Convenzione”. È importante, infatti, che chi si occupa dei minori li educhi alla cultura dei diritti, affinché non sviluppino un atteggiamento negativo sia per loro stessi che per gli altri. Conoscere i propri diritti significa essere consapevoli delle proprie libertà e, allo stesso tempo, dei propri limiti e dei rispettivi doveri. Affinché questo sia possibile serve l’autorità dei genitori, nel senso latino del termine: auctoritas viene da augeo, letteralmente “far crescere”. Non si tratta, quindi, dell’esercizio di un potere, piuttosto di “orientare” e, dunque, mostrare i punti cardinali della vita. I genitori devono, quindi, educare e non lasciare che i loro figli si abituino pian piano, poiché, in quanto “autori”, rendono il processo educativo non un adattamento passivo, ma un’interazione attiva. In questa prospettiva, non bisogna rimproverare, bensì correggere nel senso di mostrare indicazioni, affinché i ragazzi sviluppino un pensiero critico. Papà e mamma sono “consiglieri” di vita, ancora una volta nel significato originario del termine: “riflettere” e “decidere insieme”, ma anche “prendersi cura”, “venire in aiuto”. Di conseguenza, le regole che si insegnano ai figli non si inventano né si impongono, ma si condividono e si costruiscono prima tra i genitori e poi con i bambini. A questo proposito, l’articolo 29 della Convenzione recita: “L’educazione deve tendere a: promuovere lo sviluppo della personalità del fanciullo, dei suoi talenti, delle sue attitudini mentali e fisiche, in tutto l’arco delle sue potenzialità”. L’educazione è un processo di continua tensione in cui tutti i soggetti educativi si mettono in discussione e in collaborazione verso la stessa direzione, che porta alla valorizzazione dei bambini e non alla loro cieca obbedienza ad ordini. Per farlo ci vuole rispetto, sia da parte dei genitori che dei figli, che devono essere educati a questo. “Rispetto”, etimologicamente, significa “guardare di nuovo, guardare dietro”: volgendo lo sguardo all’altro ci si rispecchia, si ritorna alle origini, ai nodi irrisolti. È la chiave fondamentale per affrontare tutte le questioni della vita, in quanto un soggetto rispettato in quel che è e per quel che è sarà più portato a rispettare gli altri. Un altro concetto interessante menzionato nel medesimo articolo è quello di “potenzialità”. Quando si parla di educazione dei minori non bisognerebbe riferirsi alle loro capacità (che propriamente significa “ciò che si contiene”), ma piuttosto alle loro potenzialità, ovvero “ciò che si può”: questo termine è dinamico, allude alla possibilità di evoluzione, alla realizzazione futura di semi che già si possiedono e che potranno germogliare con una buona educazione. Quest’ultima, infatti, insegna come portare a frutto i propri talenti, le proprie aspirazioni, i propri desideri. A questo punto, l’autorità non è potere, è riconoscimento nella relazione: vuol dire mostrare le direzioni, ma poi procedere insieme e dare fiducia. L’educazione è ciò che caratterizza l’essere umano, pertanto genitori e educatori hanno una grossa responsabilità: una responsabilità di vita, per tutta la vita.