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Lecco: casa famiglia degradata

 

Cibo ammuffito, nessuna privacy e minacce continue dagli operatori

 

(LECCO, 13 Luglio 2021). Una comunità madre-bambino fatiscente e inadeguata ad ospitare donne in difficoltà con i loro bambini piccolini. Si trova in provincia di Lecco ed è l’e

nnesimo caso segnalato all’avvocato Miraglia. «Ormai pare che strutture simili siano la regola, non l’eccezione» dichiara l’avvocato Miraglia «vista la frequenza con la quale mi vengono segnalate Ma possibile che nessuno controlli dove vengono mandate le donne con i loro bambini? Di questo ennesimo caso interesseremo immediatamente i carabinieri dei Nas per un controllo accurato e per i provvedimenti del caso».

La donna, che si è affidata all’avvocato Miraglia, è ospite di una comunità alloggio con il suo bambino di pochi mesi, per effetto di un provvedimento emanato dal Tribunale per i minorenni di Milano. A parte che da quando è alloggiata nella comunità nessuno si è occupato di avviare per lei un percorso di sostegno, la donna è stata minacciata di venire allontanata e trasferita in un’altra struttura semplicemente perché non è stata zitta, non si è adattata alle condizioni che ha trovato, ma le ha segnalate, protestando. Nella dispensa il cibo è ammuffito, l’edificio è sporco e fatiscente e sul pavimento gironzolano gli scarafaggi. Non c’è un minimo di privacy e se le donne alloggiate vogliono cucinare in maniera decente, sono costrette a farsi portare dall’esterno le proprie pentole. «Ma possibile che i Servizi sociali e i Tribunali per i Minorenni dopo aver disposto il ricovero delle madri in difficoltà nelle comunità non si preoccupino di come e soprattutto dove stiano?» prosegue l’avvocato Miraglia. «Mi stupisce che i Comuni, che pagano fior di quattrini dei contribuenti per garantire l’alloggio a queste donne e ai loro bambini, non si prendano mai la briga di controllare dove finisca il loro denaro e se le loro concittadine vivano in condizioni almeno decenti e dignitose». Ma soprattutto nessuno controlla chi le gestisce: nel caso della donna di Lecco, viene continuamente minacciata dagli operatori, che le intimano di tacere, pena, altrimenti, la stesura di una relazione pessima su di lei da inviare ai Servizi sociali, che come estrema conseguenza potrebbe portare all’allontanamento del bimbo dalla propria mamma e il suo affidamento ad estranei. Ancora più incredulo è quanto sostengono gli stessi operatori della comunità secondo i quali la mamma e bambino non possono tornare a casa perché la stessa non è adattata alla comunità… Tutto ciò è possibile??