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Ancona: madre indagata per violenza sessuale nei confronti dei figli, ma vive ancora con loro

Avvocato Miraglia: “La cosa più incredibile sono gli incontri protetti per il padre”

ANCONA (23 maggio 2023). «Il mondo va alla rovescia» commenta l’avvocato Miraglia, riferendosi all’incredibile vicenda vissuta da un uomo di Ancona, padre di due bambini di 5 e 7 anni, che non può vederli se non nel corso di incontri protetti. Sono ospitati in una comunità educativa insieme alla madre, la quale però è indagata per reati abietti commessi nel loro confronti: atti sessuali con minorenne, sequestro di persona, maltrattamenti contro familiari. Nell’estate scorsa i bambini venivano prelevati con la forza, dall’abitazione del padre e dei nonni paterni, dagli Assistenti Sociali, con l’ausilio della forza pubblica ( in tutto almeno 10 persone), per essere collocati con la madre presso una comunità, protetta.  Il Tribunale per i Minorenni disponeva  che  “corrisponde alla necessità di superare gli ostacoli frapposti dal padre nell’esercizio della responsabilità genitoriale, ed assicurare il collocamento dei minori in contesto tutelante e di supporto al prosieguo del percorso avviato, nell’interesse dei minori medesimi, tiene conto di dare attuazione a tale obiettivo con modalità idonee a favorire il riavvicinamento alla madre in situazione di vita protetta, della necessità di verificare il pieno recupero di autonomia da parte della madre; la prescrizione di incontri protetti padre – figli.

A distanza di 10 mesi, la mamma risulta essere indagata per  atti sessuali con minorenne, sequestro di persona, maltrattamenti nei confronti dei propri figli.

Proprio in questi giorni, la Procura della Repubblica di Ancona ha chiesto l’incidente probatorio.

E’ quanto meno discutibile   – sostiene l’avv. Miraglia- che i bambini, nonostante tutto continuino a rimanere collocati in comunità con la madre,  e che il padre li continui ad incontrarli in ambiente protetto.

Ancora più incredibile è quanto risponde il Tribunale per i Minorenni alle varie istanze, di revoca del collocamento comunitario dei bambini presentate dal padre: “Visto, si valuterà ogni ulteriore provvedimento all’esisto dell’istruttoria”

In altre parole, per il Tribunale per i Minorenni il capo di imputazione provvisorio formulato dalla Procura della Repubblica di Ancona non ha nessun valore,  è semplicemente carta straccia.

E’ proprio vero nel nostro paese il vero scandalo è che nulla fa scandalo.

 

 

 

Milano: bimba di 9 anno si rifiuta di incontrare il padre., l’educatrice chiama la Forza Pubblica

È rimasta traumatizzata tanto da finire al pronto soccorso

MILANO (11 aprile 2023). Costretta dai Servizi sociali con la forza e con la violenza a vedere il padre. Una bambina che vive nella provincia di Milano è ormai talmente traumatizzata da avere delle crisi d’ansia ed essere finita al pronto soccorso. Per ottemperare alle disposizioni del tribunale gli assistenti sociali, infatti, non hanno trovato di meglio che presentarsi a casa sua con le forze dell’ordine oppure di caricarla di peso dentro l’auto.

«C’è modo e modo di far rispettare le disposizioni del tribunale – commenta l’avvocato Miraglia, al quale la mamma della bambina si è rivolta – e questo di certo non è il modo corretto. Si stanno tenendo conto più delle formalità burocratiche che del benessere di una bambina di appena 9 anni».

La bimba vive da sempre con la mamma, mentre il padre non è mai stato presente nella sua vita. Recentemente, per la terza volta,  però ha chiesto e ottenuto di poter incontrare la figlia, per la quale però lui è di fatto un estraneo. Ecco perché la piccola non capisce il motivo di doverlo vedere per forza e oppone un comprensibile rifiuto.

Ebbene, nelle scorse settimane l’educatrice incaricata di mediare gli incontri tra padre e figlia si è presentata a casa della bambina: al suo diniego a voler vedere il papà dapprima ha sbuffato, sostenendo di non aver voglia di tante storie visto che lei era stanca e che aveva già troppi pensieri per la testa cui badare. Poi ha preso la piccola e l’ha caricata a forza in auto, portandola a incontrare il padre.

La volta successiva è andata addirittura peggio: si è presentata a casa sostenendo che, non voleva avere problemi perché lei stessa sta vivendo  una situazione complicata con il marito per l’affidamento dei figli, pertanto, al diniego della bambina di scendere con lei, la stessa ha pensato bene di chiamare la forza pubblica. Effettivamente si sono presentate due pattuglie dei Vigili Urbani per una bambina di nove anni. La bimba a quel punto era letteralmente terrorizzata, tanto che la madre ha dovuto portarla al pronto soccorso, dove le è stata diagnosticata una forte crisi d’ansia. Tale situazione è la punta di un iceberg sull’inadeguatezza di alcuni operatori nel trattare vicende cosi delicate che non solo coinvolgono intere famiglie ma soprattutto dei bambini.

Ancora più grave è stata la risposta del educatrice sulla chiamate dei Vigili: abbiamo fatto una riunione e sono stata autorizzata dalla mia responsabile dell’assistente sociale.,

«A questo punto, per il bene di questa bambina – prosegue l’avvocato Miraglia – abbiamo chiesto la rimozione dell’assistente sociale dall’incarico, essendosi dimostrata alquanto incompetente, e invitiamo l’educatrice, priva di qualsiasi forma di empatia e di scarsa preparazione professionale, a cambiare mestiere».

Reggio Emilia: Francesco Miraglia relatore al convengo ” La paura è il massimo strumento di controllo”

Cosa c’è dietro il caso “Bibbiano” e gli affidi illeciti

REGGIO EMILIA (28 marzo 2023). Conoscere è l’unico modo di essere liberi, recita il sottotitolo del convegno “La paura è il massimo strumento di controllo” in programma sabato 1 aprile alle 19.30 all’hotel Mercure Astoria di Reggio Emilia. Tra i relatori saranno presenti anche l’avvocato del Foro di Madrid Francesco Miraglia, e la scrittrice e assistente sociale Antonella Betti, autrice del libro “Vite strappate in Italia dagli anni ’70 ad oggi”. Entrambi conoscono bene il sistema degli affidi illeciti e della facilità con la quale Servizi sociali e Tribunali per i Minorenni portano ogni anno circa 40mila bambini e ragazzi ad essere allontanati dai loro genitori, per andare ad arricchire i gestori delle case-famiglia oppure a diventare vittime di adozioni “mascherate” presso coppie che non possono avere figli.

I provvedimenti di allontanamento hanno anche alimentato il business delle case-famiglia, dove gestori ed educatori si arricchiscono grazie ai cospicui finanziamenti pubblici: paradossalmente costa più allontanare e mantenere un bambino fuori dalla sua famiglia, che aiutare direttamente i suoi genitori. Ma nessuno interviene. Il caso più eclatante di questo sistema, che ha scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora, è quello scaturito dall’inchiesta “Angeli e demoni”, sugli affidi illeciti di Bibbiano e della Val d’Enza.

« Purtroppo il  “sistema Bibbiano” esiste e riguarda tutta l’Italia, – sottolinea Miraglia – spesso ci si approfitta della povertà culturale ed economica delle persone, oppure delle difficoltà a comprendere la lingua e le leggi italiane come accade per molte famiglie straniere. Ma non sono immuni nemmeno persone abbienti e professionisti: tutti, anche per un solo momento di fragilità, possono ritrovarsi vittime di questo sistema, in cui è facile cadere, ma difficilissimo uscire. Da anni mi batto affinché si faccia chiarezza su come operano i Servizi Sociali che stilano relazioni approssimative; sulla fretta e superficialità con cui i Giudici deliberano gli allontanamenti; sulle amministrazioni comunali, che pagano per mantenere i bambini nelle case-famiglia, senza preoccuparsi di verificare  le competenze di queste comunità, se siano idonee, se i bambini ospitati si trovino davvero bene e siano debitamente accuditi».