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IL Tribunale di Trieste allontanada casa due bambi disabili

I genitori, medico lui, casalinga lei, accusati di eccesso di cure
 
 
TRIESTE-Piacenza. Anche un avvocato che ha visto tutto, come Francesco Miraglia, abituato (ma ci si abitua mai?) a soccorrere bambini strappati ai genitori senza validi motivi e rinchiusi per anni in case famiglia, non credeva ai cinque faldoni di indagini, comprensive di intercettazioni telefoniche, che la Procura della Repubblica di Gorizia aveva avviato nei confronti di una coppia, medico lui, casalinga lei, cui sono stati tolti due bambini in tenerissima età, affetti entrambi da una grave disabilità derivante da una patologia genetica.  «Per eccesso di cure» sottolinea l’avvocato Francesco Miraglia, del foro di Roma, esperto in Diritto Minorile, «hanno tolto loro i figli per maltrattamento, che non significa percosse, ingiurie, abusi, ma per troppe cure, per una patologia che la Procura però non riconosce e che il Tribunale dei Minori ha deciso di accertare ora tramite una perizia tecnica. Cure prescritte dagli specialisti delle strutture pubbliche che li avevano in carico ed erogate direttamente dall’ospedale e che peraltro continuano ad essere somministrate ai due piccini nella stessa misura e con le medesime modalità di quando si trovavano nella tranquillità di casa propria». Ma dallo scorso novembre i due fratellini, la cui patologia è stata certificata da strutture sanitarie di eccellenza come il Besta di Milano e il Centro Regionale per le Malattie Rare del prof. Bruno Bembi di Udine, vivono in una casa famiglia, in un’altra regione per di più, lontani dagli affetti dei loro genitori e privati degli insegnanti di sostegno, che potevano garantire loro il mantenimento, se non l’accrescimento, delle competenze fino ad allora ottenute.
«Raramente ho visto tanto dispendio di tempo e risorse per delle indagini» prosegue l’avvocato Miraglia, recentemente subentrato a seguire l’incredibile vicenda, «persino con delle intercettazioni telefoniche. Il neuropsichiatra dell’AAS2 Isontina che seguiva i bambini aveva trasmesso, dopo un dissidio con la famiglia, alla Procura le sue perplessità sulle reali condizioni di salute dei due bambini, la cui patologia è stata invece più volte certificata, anche dalla commissione medica per l’invalidità, sostenendo che fossero i genitori stessi a “causare” la patologia e che quindi non fosse di origine genetica. Ebbene, il Tribunale in prima analisi rigetta le istanze, considerando la coppia dei genitori affettuosi e premurosi. Ma la Procura insiste: viene avviata un’indagine, vengono tenuti i telefoni sotto controllo e durante un’intercettazione viene ascoltata una telefonata, nella quale la madre, esasperata, dice al marito che non ce la fa più, che prima o poi avrebbe commesso una pazzia. Alcuni giorni dopo si presentano a casa loro i carabinieri e i bambini vengono allontanati.
«Ma nessuno ha chiesto a questa madre cosa realmente provasse» aggiunge Miraglia, «quale frustrazione e stanchezza sentisse per arrivare a pronunciare una frase, infelice sì, ma dettata dalla disperazione di non essere ascoltata dalle istituzioni».
La Procura non crede alle migliaia e migliaia di pagine di certificazioni e diagnosi di strutture pubbliche di eccellenza, ma da credito all’ipotesi del neuropsichiatra che sostiene queste gravi patologie siano state causate “farmacologicamente” dai genitori . Patologie che però sono rimaste, anche ad oltre 5 mesi dall’allontanamento. Sulla base di queste capziose illazioni, prive di fondamento, ho presentano istanza urgente presso il Tribunale di Trieste, chiedendo la revoca immediata del provvedimento di allontanamento dei due minori e di reintegrare alla coppia la responsabilità genitoriale».
Studio Legale Miraglia