AL MINISTRO DEGLI AFFARI SOCIALI

AL MINISTRO DEGLI AFFARI SOCIALI

 

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

 

 

AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA
AL MINISTRO DEGLI AFFARI SOCIALI
 
Premesso che:
 nel comune di Castelfranco, in provincia di Modena, si è verificata una vicenda molto delicata, che vede coinvolta una bambina di solo 6 anni,  nella quale sono indagate le assistenti sociali del Comune, unitamente  ad una psicologa e al referente dell’Istituzione per i servizi sociali;
la storia tragica di questa minore è iniziata quando i servizi sociali hanno deciso di sottrarla alle cure della madre, la signora Francesca Famigli, che da oltre un anno lotta, anche pubblicamente, contro i servizi sociali per riavere la propria figlia;
la madre, che nei mesi scorsi aveva riscontrato uno stato di salute non ottimale nella bambina, in particolar modo legato ad arrossamenti e bruciori nelle parti intime, dopo che la stessa aveva dovuto insistere perché le assistenti sociali si facessero carico degli accertamenti approfonditi del caso e dopo che l’avvocato che la assiste aveva verificato come le stesse assistenti non si erano rivolte, come di dovere per la loro carica, al tribunale di Bologna per segnalare anche solo vaghi sospetti relativi alla buona condizione della bimba, oggi affidata alle cure del padre, ha depositato una circostanziata querela;
il procuratore aggiunto del Tribunale di Bologna, dottoressa Lucia Musti, ha aperto un fascicolo sulla vicenda e al momento risultano iscritti nel registro degli indagati  le assistenti sociali dell’area minori del Comune di Castelfranco, la psicologa dei servizi sociali  e i responsabili che, parallelamente ai servizi si occupano di sociale;
le indagini riguardano tutti i responsabili dei servizi cui la bambina è affidata, con capi d’accusa importanti come omessa denuncia, abuso d’ufficio, violenza privata, lesioni perosnali anche se ognuno dovrà rispondere per il ruolo che effettivamente ricopre;
al di là del grave episodio la vicenda di Francesca Famigli è particolarmente complessa e procede, anche giudizialmente, dal 2004, prendendo origine dalla separazione e dai dissidi tra il padre e la madre della bambina;
va ricordato che la signora Famigli, che può vedere sua figlia solo una volta alla settimana, non è stata mai accusata di violenza o di abusi di nessun genere sulla minore e che, nonostante questo, la bambina le è stata sottratta e attualmente è stata affidata al padre;
sembrerebbe che la situazione della bambina sia molto grave, e dai dati esposti emerge una urgenza di verificare lo stato attuale dell’affidamento e rivedere tramite apposita consulenza tecnica di ufficio del tribunale dei minorenni lo stato di salute psicologica della bambina e la capacità genitoriale della madre al fine di valutare nei tempi minori possibili l’effettivo reintegro della stessa nell’accudimento della figlia;
quanto riportato impone una riflessione su come spesso gli assistenti sociali, coadiuvati da psicologi e psichiatri, non solo non siano in grado di risolvere i problemi della famiglia, ma contribuiscano a crearli loro stessi con il loro comportamento;
in aggiunta, nella vicenda appare inopportuno l’intervento del Sindaco di Castelfranco che, pur dichiarando “di non conoscere nel merito la vicenda”,  ha espresso solidarietà agli stessi operatori dei servizi sociali, dimenticando il suo ruolo istituzionale e il coinvolgimento di un minore che, in quanto soggetto più debole, ha il compito di difendere e tutelare visto il suo ruolo istituzionale;
 
per sapere:
 
se i Ministri conoscano il fatto descritto in premessa e non ritengano che, più in generale,  il dolore e il danno morale causato ai genitori e ai bambini sia irreparabile;
quali strumenti ritengano utili ad incidere sulla drammatica situazione esistente, posto che la normativa consente che ad una famiglia qualsiasi possono essere sottratti i figli, tramite una decisione del tribunale dei minori spesso adottata sulla base di perizie scritte da psicologi, assistenti e psichiatri che valutano l’operato dei genitori in modo del tutto unilaterale, secondo opinioni che spesso sembrano completamente destituite di ogni fondamento e determinate da puro arbitrio;
se non ritengano, come confermato da molti casi di cronaca, che tali strutture sia assolutamente lontane dai bisogni della gente e vadano riformate;
se non ritengano che sia drammaticamente alto il numero dei bambini sottratti alle famiglie, oggi quasi 35 mila in Italia, anche se il numero non è definitivo.
 
On. Carolina Lussana
On. Massimo Polledri

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