Provvedimento disciplinare contro due assistenti sociali di Reggio Emilia

Provvedimento disciplinare contro due assistenti sociali di Reggio Emilia

Avvocato Miraglia: «Ci rivolgeremo alla Procura, ma il Tribunale dei minori finora cosa ha fatto?»
REGGIO EMILIA (30 Agosto 2019). Non sono caduti nel vuoto gli esposti mossi contro la Responsabile del Servizio sociale di Reggio Emilia  Polo Est e dell’Assistente sociale referente del caso di mamma Stefania e di papà Marco: il Consiglio territoriale di disciplina dell’Emilia Romagna ha aperto un provvedimento disciplinare nei confronti delle due assistenti sociali che lo scorso 3 aprile si erano presentate a casa dei due genitori, facendogli aprire la porta con l’inganno (qualcuno si era spacciato volontario dell’Enpa, chiedendo informazioni sul cane di famiglia) per poi rapire letteralmente la bambina di due anni dal lettino in cui dormiva. Portata a penzoloni giù dalle scale e sballottata in quella che sembrava una vera e propria fuga dopo l’irruzione in casa dei genitori. Il tutto fortunatamente ripreso dalle telecamere di sorveglianza poste sull’uscio di casa. Il procedimento disciplinare è stato avviato nei confronti delle due assistenti sociali per violazione del codice deontologico: non avrebbero infatti informato i genitori dell’intervento, privo quindi del loro consenso, abusando della loro professione.
«Innanzitutto diamo atto che l’Ordine degli assistenti sociali ha avuto il coraggio di avviare un procedimento» dichiara l’avvocato Miraglia «e come prima istanza ci rivolgeremo alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia per eventuali  reati a carico delle due assistenti sociali. Ma soprattutto chiederemo che vengano estromesse dal caso in questione (anche per le modalità con cui hanno orchestrato il blitz, manco questi genitori e questa bambina fossero dei pericolosi delinquenti!) e che il Tribunale dei minorenni faccia chiarezza e una revisione del fascicolo da loro aperto contro questi genitori che sicuramente, visto il loro comportamento, sarà viziato fin dall’inizio. Ma come ha fatto il Tribunale a fidarsi e a non chiedere delle prove? Certo, lo ha fatto adesso: dal 20 di agosto, dopo lo scoppio del caso mediatico e con la prova delle immagini registrate dalle telecamere, ha richiesto una consulenza tecnica e fatto vedere la bambina ai suoi genitori. Ma prima? Su che prove l’hanno portata via in quel modo? Ecco, questo è l’esempio lampante delle modalità con cui operano molti Servizi sociali in Italia, nella completa indifferenza dei Tribunali per i Minorenni».

 

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