Roma: bimba dodicenne abusata in casa famiglia
Per la tutrice nessun problema: era consenziente
ROMA (7 Settembre 2021). A volte non c’è davvero limite al peggio e a quello che certe persone sono costrette a subire dalle istituzioni chiamate invece ad aiutarle. La tutrice nominata dal tribunale per occuparsi di due bambini affidati a una comunità, alla notizia di un episodio di violenza sessuale subita da una dei minori, una ragazzina di appena 12 anni, ha risposto che non c’erano problemi di sorta, che non era necessario intervenire, poiché il rapporto sessuale con un quattordicenne ospite della medesima struttura era stato consensuale.
«Ma che consenso consapevole può dare una bambina di appena 12 anni?» dichiara l’avvocato Miraglia, che segue da un anno la vicenda tormentata e assurda vissuta di questi due ragazzini e dalla loro madre, vittime delle angherie dell’avocato loro tutrice, la quale proprio non si occupa né preoccupa di loro, anzi, fa di tutto per ostacolare il rapporto sereno con la madre. «E adesso questa cosa, inaudita: minimizzare una violenza su una minore. Visto che le ripetute comunicazioni rivolte al giudice relatore sono rimaste lettera morta, questa volta chiamiamo in causa direttamente il Presidente del tribunale dei minorenni di Roma, affinché intervenga immediatamente. Un caso di violenza sessuale su una minore, come di fatto è questa vicenda, non deve passare sotto silenzio e nell’indifferenza delle istituzioni».
Tra l’altro la madre è stata persino diffidata a presentarsi insieme alle forze dell’ordine (che aveva chiamato nel momento in cui la figlia le aveva raccontato l’episodio avvenuto mentre si trovava al mare, in vacanza con gli alti giovani ospiti della comunità) in quanto “crea scompiglio e agitazione tra il personale e i piccoli ospiti”. «Quindi, secondo la tutrice, la madre dovrebbe accettare quanto accaduto» prosegue l’avvocato Miraglia, «rimanendo buona per non turbare il personale? La figlia è stata violentata e lei dovrebbe stare zitta? Ma se al posto della figlia della mia assistita ci fosse stata la figlia della tutrice o del giudice, sarebbero rimasti ugualmente inerti e indifferenti?».
Non è la prima volta che la tutrice si comporta in maniera arbitrariamente oppositiva al rapporto tra madre e figli: tutto era cominciato quando la mamma dei due ragazzi si era rivolta a un centro antiviolenza, stanca di subire le angherie del marito, che la costringeva a prostituirsi per pagarsi i debiti di gioco. Invece di un aiuto, perché lei era stata considerata una “poco di buono” visto che il marito l’aveva fatta prostituire, le erano stati tolti i bambini, mandati a vivere in una comunità, talmente fatiscente che quando la madre aveva “osato” rivelare lo stato di degrado e sporcizia, per tutta risposta la tutrice aveva sospeso gli incontri e le telefonate con i due figli. E per questo era stata denunciata.
«Ci siamo detto fin da subito, e lo ribadiamo con convinzione» conclude l’avvocato Miraglia «che eravamo pronti a dare battaglia legale nel caso fosse capitato qualcosa ai ragazzi, per l’incuria in cui vivono a causa delle scelte ingiustificate di questa tutrice, che tutto sta facendo tranne il bene di questi due adolescenti. Adesso, quanto meno, ci attendiamo un intervento urgente da parte del tribunale dei minorenni di Roma».
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