Bibbiano Tag

  • Sort Blog:
  • All
  • Articoli Recenti
  • Comunicati stampa
  • Evidenza
  • GALLERIA
  • In Evidenza
  • L'inchiesta
  • L'indiscreto
  • La giustizia e la mala giustizia
  • La Vetrina
  • Le vostre storie
  • Minori
  • Primo Piano
  • Principale home
  • Psichiatria
  • Scelta di campo
  • Sentenze
  • Senza categoria

Verona: Francesco Miraglia parla a Verona del caso Bibbiano

Sarà relatore alla presentazione del libro “Non so se sai…di Bibbiano” di Vincenza Palmieri

VERONA (26 Agosto 2023). Dimenticare Bibbiano significa diventare complici della più grave deportazione

e tortura dei bambini in Italia. Con queste parole la professoressa Vincenza Palmieri, ambasciatrice

per i diritti umani e per la pace nel mondo e fondatrice dell’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare, motiva la scelta di aver dato alle stampe il suo ultimo libro “Non so se sai…di Bibbiano. La grande battaglia del Popolo dei Diritti Umani in Italia” (Armando editore). Quattro anni fa, grazie all’inchiesta della magistratura denominata “Angeli e Demoni“, è stato scoperchiato un sistema di affidamenti illeciti di bambini, sottratti alle famiglie sulla base di dichiarazioni e relazioni manipolate, esclusivamente a scopo di lucro. Una vicenda abietta, di cui si è occupata la magistratura e anche avvocati come Francesco Miraglia del Foro di Madrid, uno dei massimi esperti in diritto minorile e familiare, che oltre ad aver seguito dei casi collegati alla vicenda di Bibbiano si è battuto affinché questo scandalo non passasse sotto silenzio. Francesco Miraglia sarà tra i relatori alla serata di presentazione del libro della professoressa Palmieri, venerdì 1 settembre alle ore 20 nella sala parrocchiale San Michele Arcangelo a Verona. Con lui anche l’avvocato Francesco Morcavallo, già giudice del Tribunale per i minorenni di Bologna.

 

 

Reggio Emilia: Francesco Miraglia relatore al convengo ” La paura è il massimo strumento di controllo”

Cosa c’è dietro il caso “Bibbiano” e gli affidi illeciti

REGGIO EMILIA (28 marzo 2023). Conoscere è l’unico modo di essere liberi, recita il sottotitolo del convegno “La paura è il massimo strumento di controllo” in programma sabato 1 aprile alle 19.30 all’hotel Mercure Astoria di Reggio Emilia. Tra i relatori saranno presenti anche l’avvocato del Foro di Madrid Francesco Miraglia, e la scrittrice e assistente sociale Antonella Betti, autrice del libro “Vite strappate in Italia dagli anni ’70 ad oggi”. Entrambi conoscono bene il sistema degli affidi illeciti e della facilità con la quale Servizi sociali e Tribunali per i Minorenni portano ogni anno circa 40mila bambini e ragazzi ad essere allontanati dai loro genitori, per andare ad arricchire i gestori delle case-famiglia oppure a diventare vittime di adozioni “mascherate” presso coppie che non possono avere figli.

I provvedimenti di allontanamento hanno anche alimentato il business delle case-famiglia, dove gestori ed educatori si arricchiscono grazie ai cospicui finanziamenti pubblici: paradossalmente costa più allontanare e mantenere un bambino fuori dalla sua famiglia, che aiutare direttamente i suoi genitori. Ma nessuno interviene. Il caso più eclatante di questo sistema, che ha scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora, è quello scaturito dall’inchiesta “Angeli e demoni”, sugli affidi illeciti di Bibbiano e della Val d’Enza.

« Purtroppo il  “sistema Bibbiano” esiste e riguarda tutta l’Italia, – sottolinea Miraglia – spesso ci si approfitta della povertà culturale ed economica delle persone, oppure delle difficoltà a comprendere la lingua e le leggi italiane come accade per molte famiglie straniere. Ma non sono immuni nemmeno persone abbienti e professionisti: tutti, anche per un solo momento di fragilità, possono ritrovarsi vittime di questo sistema, in cui è facile cadere, ma difficilissimo uscire. Da anni mi batto affinché si faccia chiarezza su come operano i Servizi Sociali che stilano relazioni approssimative; sulla fretta e superficialità con cui i Giudici deliberano gli allontanamenti; sulle amministrazioni comunali, che pagano per mantenere i bambini nelle case-famiglia, senza preoccuparsi di verificare  le competenze di queste comunità, se siano idonee, se i bambini ospitati si trovino davvero bene e siano debitamente accuditi».

Evento on-line “Bibbiano è in tutta Italia”

A tre anni dall’inchiesta “Angeli e demoni” proposte per evitare gli inutili allontanamenti dei minori

BIBBIANO (23 Giugno 2022). Era il 27 giugno del 2019 quando esplose l’inchiesta “Angeli e demoni” sugli affidi illeciti. A tre anni da quello scandalo che sconvolse l’Italia, ma scoperchiò un sistema squallido e torbido, vile perché lucrava sulla pelle dei bambini, lunedì 27 alle 20.30 sarà organizzato il convegno web “Bambini e famiglie: aiutiamoli a casa loro” per lanciare un appello a politici e amministratori, affinché non ci siano mai più bambini strappati ingiustamente alle famiglie. Al convegno interverràl’avvocato Francesco Miraglia del Foro di Madrid esperto in Diritto di famiglia e Diritto minorile, che lo scandalo di Bibbiano ha contribuito a farlo scoperchiare, dimostrando come il sistema fosse molto più articolato di quanto emerso dalle prime indagini e che sia presente in tutta Italia. Il “sistema Bibbiano” è solo la punta dell’iceberg, dove in gioco ci sono la vita di migliaia di bambini (si stima che ci siano cinquecentomila minori allontanati dalle famiglie d’origine e collocati in affidamento in comunità o in famiglie affidatarie) e un giro di affari degno di una finanziaria (pare che il fatturato si attesti intorno ai cinque miliardi di euro). Numerosi sono i casi di genitori che, letti sui giornali i nomi dei protagonisti dell’indagine “Angeli e demoni” hanno scoperto di essere anch’essi vittima della medesima orchestrazione. Casi che vanno indietro nel tempo di parecchi anni, nell’indifferenza dei tribunali e delle istituzioni pubbliche. Da questa esperienza è scaturito l’ultimo libro di Francesco Miraglia “L’avvocato dei bambini. Troppo potere senza controllo: ecco come si costruiscono i falsi abusi familiari e gli affidi illeciti”. Parlare e informare sulle norme e sulla loro applicazione ai principi della libertà e dell’uguaglianza – soprattutto dell’uguaglianza dei privati di fronte al potere pubblico – equivale a contrapporre un sistema di diritti e tutele ad un sistema di prevaricazione.

Se ne deve quindi parlare, per rendere consapevoli le persone di quanto accade e che nessuno è immune dal diventare potenziale vittima di questo sistema, indipendentemente dal grado di istruzione o dalla condizione economica e lavorativa: è sufficiente trovarsi temporaneamente in difficoltà a causa di una separazione conflittuale, per trovarsi privi dei propri figli. Per anni. Ed è giusto che ne siano interessata l’intera classe politica, alla quale chiedere con forza di far cessare queste situazioni, che si configurano come vere e proprie violazioni dei diritti umani e dei diritti dei bambini. Al convengo online, insieme all’avvocato Francesco Miraglia, interverranno la professoressa Vincenza Palmieri ambasciatrice dei diritti umani nel mondo e fondatrice dell’Istituto nazionale di pedagogia familiare, l’avvocato Francesco Morcavallo, Francesco Cattani presidente del Comitato “ASPEM Alleanza Sociale Famiglie e Minori”, Paolo Roat direttore del dipartimento Protezione dell’Infanzia del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umanie, con le loro testimonianze, Antonio Margini, Giuliano Braglia e Sonia Cecchinato.

 

Bibbiano: bimbo di 10 anni ancora presso la famiglia affidataria

Avvocato Miraglia: “Non è vero che tutti i bambini sono tornati nelle loro case d’origine”

Reggio Emilia 15 giugno  2022). Bibbiano è ben lungi dall’essere un capitolo chiuso e non è vero che tutti i bambini forzatamente allontanati dai genitori sono ritornati in seno alle famiglie d’origine. Prova ne è il caso di un bimbo che ora ha 10 anni e che da otto si trova in affidamento presso una famiglia. La quale deve avergli fatto un lavaggio del cervello tale che il piccolo, che finalmente poteva rivedere i genitori su concessione del giudice, adesso improvvisamente si rifiuta di incontrarli. Guarda caso un rifiuto manifestato all’indomani del provvedimento con il quale il Tribunale per i minorenni di Bologna aveva stabilito una maggiore frequenza e durata degli incontri con i genitori naturali. «È vergognoso quello che è accaduto e che sta ancora accadendo attorno ai casi dello scandalo “Bibbiano”» dichiara l’avvocato Miraglia, al quale i genitori si sono affidati. «Sono otto anni che questo bambino è vissuto lontano dai genitori soltanto perché avevano una temporanea difficoltà economica: decisione assunta da un’assistente sociale risultata coinvolta nell’indagine “Angeli e demoni”. Questi anni sono passati senza che nessuno avesse mai valutato questa coppia e predisposto un percorso di riavvicinamento e di ricongiungimento con il bambino. Sennonché l’anno scorso il giudice, accogliendo le nostre istanze, aveva disposto che il bimbo potesse vedere i genitori più frequentemente, pensando anche a un suo rientro a casa. Il bambino si era sempre dimostrato più che contento di vedere i suoi genitori, sennonché, lo scorso autunno, all’indomani del provvedimento che aumentava il numero di incontri tra loro, improvvisamente, senza motivo, ha detto che non voleva più vederli e anzi sapeva – perché glielo avevano detto la curatrice e l’assistente sociale – che non li avrebbe rivisti più. Curatrice che lo aveva in carico da appena dieci giorni e la cui richiesta è stata accolta dal Tribunale per i minorenni di Bologna senza battere ciglio, senza un’istruttoria».

Se l’affidamento, che per legge deve avere carattere temporaneo, si era consumato illegittimamente, altrettanto illegittimo risulta questo nuovo provvedimento, che nasconde una vera e propria adozione mascherata, tant’è che il bimbo chiama “mamma” e “papà” la coppia affidataria.

«Chissà cosa mai gli hanno detto e prospettato per indurlo a un simile rifiuto verso i genitori naturali» prosegue l’avvocato Miraglia. «L’improvviso cambio di atteggiamento di questo bambino fa pensare a una condotta manipolatoria da parte della famiglia affidataria. Oltretutto è gravissimo il comportamento della curatrice speciale e dell’assistente sociale, che si sono permesse di dire al bambino che non avrebbe più rivisto i suoi genitori: gravissimo e pregiudizievole nei confronti del minore stesso e del suo rapporto con i genitori. Con tali comportamenti si è messa in atto chiaramente un’adozione mascherata ed illecita: abbiamo pertanto richiesto al Tribunale di rimuovere la curatrice e di rivedere la decisione».

 

“Bibbiano è tutta Italia”: l’avvocato Miraglia del Foro di Madrid interviene sul sistema di abusi e affidi illeciti

Sabato 26 marzo, a Milano, presso Auditorum Gaber di P.zza Duca  Da Costa n° 3,  Francesco  Miraglia , anche autore del libro L’Avvocato dei Bambini, edito da Armando editori.  da poco in tutte le librerie. parteciperà al convegno “Bibbiano è tutta Italia”, un’occasione per riflettere sui fatti avvenuti nel Reggiano e sulla pervasività di un sistema corrotto e criminale, costruito sulla pelle dei bambini e dei loro genitori. Insieme a lui parteciperanno avvocati provenienti da tutta Italia, nonché rappresentanti di diverse associazioni e delle istituzioni. Il caso di Bibbiano, infatti, non è un “unicum”: affidi illeciti, abusi di potere e d’ufficio da parte di operatori sociali e psicoterapeuti accadono ovunque, spesso nell’indifferenza della società, che resta solitamente non o dis-informata. Un’analisi e una discussione del fenomeno divengono sempre più urgenti, per capire quali siano gli ingranaggi corrotti all’interno di questo meccanismo illegale, realizzato e portato avanti con lo scopo di ottenere cospicui ritorni economici. Chi sono i responsabili? Come mai episodi simili si sono ripetuti più volte senza che vi fosse alcun controllo? Gli operatori sociali e gli psicoterapeuti dovrebbero essere i primi a difendere i più deboli, proprio in virtù della missione che orienta la loro professione. L’avvocato Miraglia, iscritto al Foro di Madrid, si è sempre esposto contro il malfunzionamento del sistema e ha sempre denunciato il maltrattamento dei più indifesi: sarà presente al convegno organizzato a Milano per portare alla luce i fatti e stimolare una riflessione critica partendo dal parere degli esperti, nella speranza che il dibattito possa avere risonanza e incoraggiare la realizzazione di misure che impediscano ulteriori abusi e maltrattamenti.

Caso Bibbiano: un po’ di chiarezza sulla vicenda e i reati commessi dagli imputati

Qualche mese fa si è tenuta l’udienza preliminare riguardante il caso Bibbiano. La sentenza ha determinato la condanna di Claudio Foti, psicologo e psicoterapeuta del centro studi Hansel e Gretel, l’assoluzione di  Beatrice Benati, nonché il rinvio a giudizio di vari operatori sociali e impiegati nella Pubblica Amministrazione. Le accuse riguardano tentato delitto, violenza privata, frode processuale, abuso d’ufficio e concorso di persone nel reato, alle quali si aggiungono diverse aggravanti.

Le indagini relative al presente caso sono iniziate alla fine dell’estate del 2018, a seguito dell’aumento del numero di denunce riguardanti possibili abusi sessuali e violenze ai danni di minori in carico ai servizi sociali dell’Unione Val d’Enza, un consorzio di sette comuni emiliani di cui fa parte anche Bibbiano. L’inchiesta, che ha avuto ampia risonanza mediatica sotto il nome di “Angeli e Demoni”, ha portato alla luce un sistema illecito di affidamento di minori nel comune, attuato attraverso la manipolazione delle testimonianze dei bambini da parte degli operatori sociali. Molti aspetti della vicenda sono ancora poco chiari.

Per fare un po’ di chiarezza, la psicologa Benati è stata chiamata a rispondere dei reati di tentata violenza e di violenza privata (art. 610 del codice penale) nei confronti di una minore, alla quale avrebbe fatto credere di essere vittima di abusi da parte del compagno della madre. A questo proposito, avrebbe poi cercato di convincere la signora a non intraprendere una convivenza con il fidanzato, minacciandola di dare la figlia in affido qualora non avesse interrotto la frequentazione (condizione si è effettivamente verificata durante le vacanze natalizie). Il delitto sarebbe stato aggravato dall’abuso delle circostanze di tempo, luogo e persona (art. 61, n. 5, 9 e 11 c.p.) dal momento che la mamma sarebbe stata psicologicamente debole e non in grado di difendersi, oltre che dall’abuso di autorità dovuto al ruolo di assistente sociale di riferimento e dall’abuso di poteri derivanti dal pubblico servizio esercitato. Tuttavia, non è stata rinvenuta prova concreta delle minacce lamentate dall’accusa, nemmeno nelle stesse dichiarazioni della madre (parte offesa). La stessa minore aveva accettato senza proteste la proposta di trascorrere in affido le vacanze di Natale, per altro senza che fossero precluse le visite e i contatti con i familiari. Ne consegue che la Benati si è limitata a svolgere il proprio lavoro, propendendo per la soluzione che le sue valutazioni da professionista ritenevano migliore per la minore. In considerazione del fatto che già il GIP in sede cautelare non aveva riscontrato gravità indiziaria, l’imputata, che aveva fatto domanda di rito abbreviato, è stata assolta con formula ampia poiché il fatto non sussiste.

Lo stesso non si può dire per Foti. Accusato in primo luogo di frode processuale, è stato chiamato a rispondere per aver alterato lo stato psicologico ed emotivo di una minore con l’obiettivo di ingannare il CTU e il Tribunale dei Minorenni di Bologna nel procedimento atto a valutare la responsabilità genitoriale dei suoi familiari. Nello specifico, lo psicoterapeuta avrebbe convinto la minore di subire molestie da parte del padre, radicando in lei il rifiuto di incontrarlo. A tal proposito, si sono verificate diverse incongruenze tra le dichiarazioni rilasciate dai consulenti del PM e da quelli della Difesa, i quali, in seguito, non solo non hanno minimamente tentato di giustificare la sincerità delle loro affermazioni, ma hanno addirittura mostrato di essere a conoscenza della loro scorrettezza. Vi è poi la prova, dall’analisi della trascrizione delle sedute, della mutazione dello stato psicologico della minore, che ha sviluppato nel tempo un forte odio nei confronti del padre, pur specificando di non avere alcuna certezza in merito agli episodi di abuso che sarebbe stata spinta a ricordare. Tuttavia, l’evidenza del disturbo psicologico causato nella paziente, l’intenzionalità delle difformità nelle dichiarazioni dei consulenti della Difesa e la certa conoscenza del procedimento civile in corso da parte di Foti, pur essendo elementi necessari per determinare il compimento del reato, non sono sufficienti per la condanna dell’imputato: infatti, sembra che abbia voluto solamente rimarcare le sue abilità di psicoterapeuta, in grado di riportare alla luce ricordi anche a distanza di anni, quasi come se si trattasse di un atto di personale virtuosismo piuttosto di una voluta frode.

Assolto da tale accusa, è stato comunque condannato per l’inflizione di lesioni personali gravi nella suddetta minore, provocate da un errato uso della tecnica EMDR. Quest’ultima utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destro/sinistra al fine di perseguire il recupero di ricordi già presenti nella memoria del paziente, ma oscurati in quanto traumatici. Considerato questo presupposto, l’applicazione di tale tecnica nel presente caso risulta inappropriata, in quanto la minore non ha mai affermato con certezza l’avvenimento di un eventuale abuso. La stessa presidente dell’associazione “EMDR Italia” ha confermato la violazione dei protocolli EMDR da parte di Foti, oltre a sottolineare l’inappropriatezza del ripetuto intervento dell’imputato nel corso delle sedute, che formulava ipotesi, interpretava e faceva domande incalzanti e suggestive per ottenere a tutti i costi le risposte attese dalla paziente. È da sottolineare, poi, che non sono stati per nulla trattati i numerosi eventi drammatici che hanno effettivamente segnato la crescita della minore e che potevano essere ragionevolmente considerati la reale causa del suo disagio. Questo errato modo di procedere avrebbe provocato un disturbo di personalità borderline e un disturbo depressivo con ansia, nonostante la difesa abbia minimizzato la lesione sostenendo che si trattasse piuttosto di un “disturbo post-traumatico da stress” (senza tuttavia negarla). In accordo all’art. 41 c.p. (concorso di cause), è accertata la materialità del reato, a cui si aggiunge la sussistenza dell’agire doloso (volontarietà delle lesioni cagionate) nella forma del dolo diretto (ovvero nel caso in cui le conseguenze della propria condotta, benché non perseguite intenzionalmente, siano certe o altamente probabili). Infatti, le competenze tecnico-professionali e l’esperienza di FOTI non lasciano spazio al dubbio della sua inconsapevolezza.

L’imputato risulta condannato anche per aver partecipato, quale concorrente extraneus, al reato di abuso di ufficio. Infatti, le sedute di terapia da lui organizzate venivano condotte presso i locali pubblici de “La Cura” a Bibbiano, affidati alla società e centro studi S.I.E. srl/Hansel e Gretel ONLUS (di cui l’imputato era rispettivamente amministratore delegato e direttore scientifico) in assenza di regolare appalto (in violazione della normativa in tema di affidamenti pubblici ed in particolare in violazione dell’art. 36 c.2 lett. a) e b) D.Lgs 50/2016). Infatti, gli operatori dell’Unione avrebbero dovuto adottare un provvedimento di affidamento diretto sottosoglia per i primi tre anni di servizio e, successivamente, attribuirlo attraverso una regolare procedura di evidenza pubblica, ma nessuno dei due procedimenti è stato attuato. La Difesa ha giustificato tale condotta attraverso l’istituto della co-progettazione, consentito in alternativa alla tradizionale gara d’appalto dalla L. 328/2000. Tuttavia, solo la ristrutturazione dell’allestimento dei locali è stata determinata legalmente in questo modo, mentre il servizio di psicoterapia veniva effettuato dalla Hansel e Gretel senza alcun atto formale che ne dimostri l’affidamento (oltre al fatto che la Hansel e Gretel, divenuta poi una società di capitali, la S.I.E. S.r.l., non avrebbe potuto prendere parte all’istituto di co-progettazione poiché era più un’organizzazione non lucrativa). Il concorso di Foti è confermato dai rapporti privilegiati che intratteneva con gli altri imputati, stretti negli anni grazie alla condivisione della medesima base ideologica e che hanno portato alla realizzazione di progetti comuni (l’associazione “Rompere il Silenzio – Far Crescere il Futuro” e il progetto “Utopia” per l’accoglienza di minori vittime di maltrattamenti e abusi”). È poi evidente che lo psicoterapeuta fosse perfettamente consapevole dell’illegittimità del sistema di pagamento delle sedute, congegnato appositamente per mascherare un’ingiustificata erogazione di denaro pubblico agli psicoterapeuti della Hansel e Gretel. Infatti, la psicoterapia è una prerogativa esclusiva dell’ASL, quindi non esternalizzabile ad un ente locale, in particolar modo laddove non esista una procedura ad evidenza pubblica sull’affidamento del servizio. In particolare, gli psicoterapeuti proponevano il prezzo di 135€ per 45 minuti di seduta, ben superiore alla media (anche in rispetto a quello applicato nella loro di sede di Moncalieri), pagato attraverso l’interposizione fittizia delle famiglie affidatarie, obbligate a fare un bonifico una volta ricevuto il contributo dell’affido (a cui veniva aggiunto il prezzo della seduta). Da ciò se ne ricava il cospicuo profitto assicurato alla società dell’imputato, nonché l’altrettanto consistente danno economico per la Pubblica Amministrazione.

Dopo aver richiesto il rito abbreviato, Foti è stato condannato a 4 anni di reclusione, oltre all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e alla sospensione dall’esercizio della professione di psicologo e psicoterapeuta per 2 anni. Non si sono verificate circostanze attenuanti della pena in quanto l’imputato non ha mai dimostrato segni di resipiscenza e, anzi, ha mantenuto per l’intera durata del processo un comportamento censurabile, tentando perfino di ingannare il PM manipolando prove e testimonianze.

Oltre alla condanna di Foti e all’assoluzione della Benati, il Giudice ha sentenziato il rinvio a giudizio per diversi operatori dei servizi sociali e impiegati della Pubblica Amministrazione per una “complessa, continuativa e insistita attività illecita legata al delicato tema degli affidi di minorenni” di competenza dell’Unione dei Comuni della Val d’Enza. È ricavabile dagli atti anche il coinvolgimento del sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, che ha sempre promosso il progetto “La Cura”, anche a livello nazionale davanti ad autorità ecclesiastiche e alla Commissione Infanzia in Senato, ed era consapevole fin dall’inizio dell’affidamento “di fatto” del servizio di psicoterapia.

Il percorso per portare alla luce l’intera verità della faccenda e la responsabilità degli effettivi colpevoli è ancora lungo e tale sentenza non è che la prima parte di un processo ancora da portare a termine. Tuttavia, è bastevole a dimostrare la riprovevole condotta proprio di chi dovrebbe essere in prima linea per la tutela e l’aiuto dei più fragili. L’errata applicazione delle tecniche terapeutiche ha provocato danni irreversibili nei pazienti, quali l’incapacità di ricostruire la propria storia passata, la propria identità, la relazioni con i genitori e il proprio ruolo nei rapporti con l’Altro. La psicoterapia dovrebbe aiutare a risignificare la storia della propria vita e migliorare il benessere personale; questa storia dimostra il sovvertimento dell’obiettivo principale del trattamento terapeutico, trasformandolo da pratica curativa ad una violenza ingiustificata, oltre alla diffusione di un errato pregiudizio nei confronti di quello che invece è stato studiato per essere un mezzo efficace e benefico. Proprio per questo fare chiarezza sulla vicenda è fondamentale, così che venga ristabilita la fiducia in un sistema di assistenza che è in realtà fondamentale per la tutela delle famiglie e dell’intera cittadinanza.