Tribunale d per i Minorenni Tag

  • Sort Blog:
  • All
  • Articoli Recenti
  • Comunicati stampa
  • Design
  • Evidenza
  • GALLERIA
  • In Evidenza
  • L'inchiesta
  • L'indiscreto
  • La giustizia e la mala giustizia
  • La Vetrina
  • Le vostre storie
  • Minori
  • Modern
  • Primo Piano
  • Principale home
  • Psichiatria
  • Scelta di campo
  • Sentenze
  • Senza categoria

Imputato per stalking e minacce, ottiene la custodia della figlia

I Servizi sociali del Frignano e il Tribunale dei Minorenni di Bologna non tengono in considerazione la decina di denunce presentate dalla madre
L’avvocato Miraglia: “Con Servizi e Tribunali simili le donne possono stare tranquille…di non venire aiutate”
 
BOLOGNA. La legge sullo stalking è nata per tutelare in particolar modo le donne, quelle migliaia di donne perseguitate, minacciate, pedinate, picchiate dagli ex, che non si arrendono alla fine del rapporto sentimentale con loro. Legge certamente perfettibile, che però è un valido strumento, se applicato, per evitare che le persecuzioni si tramutino in tragedie di sangue. «Ora mi chiedo come mai un uomo, imputato in un processo per questo reato, possa ottenere la custodia della figlia avuta con la donna vittima delle sue persecuzioni, minacce e offese» dichiara l’avvocato Francesco Miraglia, cui la donna si è affidata per bloccare questo provvedimento emanato dal Tribunale dei Minorenni di Bologna. La donna, terrorizzata e perseguitata per almeno due anni dall’ex marito, ha sporto oltre dieci denunce. Altre tre le hanno presentate i suoi genitori, presi anche loro di mira dall’uomo. Carta straccia, evidentemente, dal momento che da una decina di giorni  il Tribunale dei Minorenni di Bologna ha tolto a questa madre terrorizzata la custodia della figlioletta perché “ostacolerebbe i rapporti della bambina con il padre”, affidandola quindi all’ex marito, al suo aguzzino. Lei dovrà vedere la figlioletta soltanto all’interno di incontri protetti, neanche fosse lei una criminale.
«Con Servizi sociali e tribunali del genere le donne possono stare tranquille» prosegue caustico l’avvocato Miraglia «di venire ammazzate, di essere lasciate sole davanti alle ingiustizie, di vedere calpestati i propri diritti di madri. Certamente un uomo denunciato almeno quindici volte per aver offeso, minacciato, perseguitato una donna, nella cui casa si è anche introdotto senza permesso, è certamente un uomo migliore della donna stessa che, terrorizzata, lo ha denunciato più e più volte nel tentativo di salvarsi la vita. Un uomo attualmente sotto processo per stalking, violazione di domicilio  e diffamazione.  Non serve quindi che i Servizi sociali informino il tribunale che l’uomo ha tenuto sequestrata la figlioletta un paio di mesi, senza farla vedere alla mamma. Non serve ovviamente tenere in considerazione che la donna è stata costretta a fuggire di casa e a rifugiarsi  in un paesino e anche in una struttura protetta pur di sfuggire al suo persecutore.  Non serve certamente che il tribunale attenda una perizia dettagliata da parte dei Servizi sociali prima di assumere una così grave decisione. Perché mai si dovrebbe ascoltare la vittima?».
Il rapporto conflittuale che ha contraddistinto la vita di coppia di questa donna e dell’ex marito è sfociato un paio d’anni fa in una separazione, che lui non ha mai accettato fino in fondo. Tanto che, oltre ad esserle piombato in casa senza permesso, più e più volte ha offeso e minacciato lei e i suoi genitori. A parte darle della poco di buono e della ladra, di averla minacciata di farla passare per pazza, è arrivato a dirle che, in caso di morte, le avrebbe urinato addosso. Parole pesanti, cariche di odio, che hanno terrorizzato la donna: eppure inspiegabilmente, i Servizi sociali del Frignano, che hanno in carico la vicenda e che ben conoscono tutti questi aspetti, non hanno fatto per nulla menzione al Tribunale dei minorenni di Bologna né di queste denunce né del processo in corso. «Il tribunale» conclude l’avvocato Miraglia, «fuorviato forse dall’omissione dei Servizi sociali, ha emanato una sentenza frettolosa, senza verificare prima la presenza di eventuali procedimenti penali contro l’uomo, che invece sono in corso».

In risposta alla Procura Minorile.

Dopo l’intervento del Procuratore Minorile facenti funzione:
Nessun inerzia della Procura”, in qualità di avvocato difensore della madre della bimba, sento il dovere nuovamente di rivolgermi all’opinione pubblica.
In primo luogo, né il sottoscritto né la sua assistita vogliono polemizzare con il Procuratore, ma quanto sostiene la stessa Procura è inaccettabile.
In  primis come cittadino italiano, in secondo luogo come avvocato di fiducia.
E’ inaccettabile sostenere che non ci sia stata nessun inerzia se ad oggi, a distanza di due mesi e mezzo, la madre non ha notizie della figlia e non sa nemmeno quali sono i motivi per cui le è stata allontanata la figlia.
Il Procuratore della Repubblica Minorile ben dovrebbe sapere che lo spirito normativo del 403 è l’urgenza, l’immediatezza e la celerità  sia da parte di chi lo attua sia da parte di chi ha per dovere l’impulso processuale e sia da parte di chi istituzionalmente  deve ratificarlo.
Secondariamente, mi sembra quantomeno discutibile l’atteggiamento della  Procura che,  invece di rispondere sul perché di tanto “ritardo”, cerca di sviare entrando nel merito della questione.
Oltretutto la Procura ben dovrebbe sapere che la difesa, nel momento in cui non riesce a prendere visione degli atti né a costituirsi in giudizio, ha poco da dire sul merito.
Ancora più inaccettabile è sostenere che la Procura, il 12 ottobre u.s. abbia inoltrato il ricorso al Tribunale.
In altre parole, come dire, se c’è una colpa non è la nostra.
Un dato è certo, dal 26 settembre ad oggi 7 dicembre la madre non ha avuto alcuna notizia della figlia  né da parte dei servizi né da parte delle autorità giudiziarie che non hanno messo in grado la signora di quel sacrosanto diritto, eventualmente, di difendersi
E’ tutto sulla pelle dei bambini.
E’ inverosimile che anche sui bambini vige quel principio consolidato nel nostro paese che la colpa è sempre di qualcun altro.
Mi permetto di suggerire al Procuratore della Repubblica di leggere quanto un Giudice Minorile, già nel 2011 sosteneva: “ il Provvedimento amministrativo con cui i servizi sociali, in via provvisoria ed urgente, prelevano dall’abitazione famigliare un minore (ex art. 403 c.c.) non può essere ratificato dal Tribunale dei Minori ma anzi deve essere revocato dove non sia adeguatamente motivato, con conseguente ordine di ricollocamento immediato del minore stesso nel proprio ambiente famigliare”.
Voglio concludere rivolgendomi, senza presunzione, sia al Procuratore della Repubblica facenti funzioni, sia al Presidente del Tribunale consigliando una riorganizzazione delle cancellerie che possa prevedere una corsia preferenziale su provvedimenti ex art. 403 c.c. attuati da un ente amministrativo che vanno ad incidere direttamente sulla libertà e sulla vita di ognuno di noi.
Affinché siffatti casi non avvengano mai più.
 
 

Bologna, bimba portata via alla madre: "I servizi sociali l'hanno fatta sparire"

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2016/12/05/news/bologna_servizi_sociali_tolgono_bimba_alla_madre_non_sappiamo_nemmeno_come_sta_-153516871/
 L’avvocato attacca il Comune di San Giovanni in Persiceto, dopo un delicato caso che ha portato all’allontanamento della piccola per presunti abusi

05 dicembre 2016
 
20
BOLOGNA – Una bambina di dieci anni allontanata dalla madre, residente a San Giovanni in Persiceto (in provincia di Bologna), per presunti abusi fisici e psicologici: la decisione è stata dei servizi sociali comunali con l’applicazione della norma del codice civile che ne dà loro facoltà in caso di emergenza. Dopo due mesi e mezzo, nessuno avrebbe comunicato la vicenda al Tribunale per i Minorenni.
Lo segnala l’avvocato Francesco Miraglia, a cui si è rivolta la madre. “Non sappiamo nemmeno come stia. Confidiamo che sia in buone mani, ma chi ce lo assicura? Come si può far sparire una ragazzina così, quasi fosse stata inghiottita in un buco nero, nel buco nero della burocrazia che in questo caso di sicuro non sta facendo il bene della minore. Che dovremmo fare? Rivolgerci alla trasmissione “Chi l’ha visto” per ritrovare questa bambina?”, domanda provocatoriamente il legale.
La donna e la figlia erano ospiti di una comunità della provincia e il 26 settembre i servizi sociali hanno allontanato la bambina per “informazioni pregiudizievoli riferite a maltrattamenti fisici e psicologici da parte della madre nei confronti della
figlia”, si legge nel provvedimento, secondo quanto riferito dall’avvocato. “Ancora più incredibile” sostiene il legale “è che la Procura a distanza di due mesi non abbia ancora trasmesso il fascicolo al Tribunale, tant’è che non siamo riusciti né a costituirci in giudizio né a prendere visione di quanto hanno sostenuto i servizi sociali. Ma come è possibile che possa succedere tutto ciò sulla pelle dei bambini?”.