Bimba autistica affidata ai servizi sociali . Non le garantiscono cure adeguate: la piccola è gravemente peggiorata

Bimba autistica affidata ai servizi sociali . Non le garantiscono cure adeguate: la piccola è gravemente peggiorata

MILANO (29 settembre 2018). Una bimba milanese, autistica, è stata affidata ai Servizi sociali a causa delle controversie insorte tra i genitori in occasione della loro separazione. Ci sta, capita sovente che trovandosi di fronte a genitori inconciliabili, i Servizi sociali si prendano in carico le decisioni relative ai bambini. Quello che però è accaduto a questa bimba è di una gravità inaudita: il Servizio sociale che avrebbe dovuto garantirle salute e stabilità, non le ha concesso di venire seguita da un centro specializzato, pubblico, obbligandola invece, senza motivo, a seguire le cure con terapiste private. Che non solo non sono risultate efficaci, ma anzi, la piccola è pure peggiorata nel corso degli anni.
«Dove possono arrivare la superficialità e anche la cupidigia umana?» si interroga l’avvocato Francesco Miraglia, cui il padre della piccola (che tra l’altro non la vede da anni, immotivatamente) si è rivolto per avere l’applicazione dei provvedimenti emessi dal Tribunale ma disattesi, chissà perché, dai Servizi sociali. «Pur di favorire professionisti amici e pur di trarre profitto, si arriva a mettere a repentaglio la salute di una bambina piccola e incapace di protestare o manifestare apertamente il suo disagio».
La bimba non è stata indirizzata al centro di eccellenza pubblico, bensì a cure privare, guarda caso nel centro in cui opera la stessa psicologa che la segue per conto dei Servizi sociali. Ovviamente a pagamento. Il padre della bimba si è pure trovato le fatture delle prestazioni da pagare, nonostante avesse avvertito i Servizi sociali che il centro pubblico fosse disposto a prendere in carico la figlia, pressoché gratuitamente. E si tratta di un centro d’eccellenza, dalla riconosciuta validità per il trattamento dell’autismo.
Visto l’aggravamento delle condizioni della piccola, il padre ha fatto causa ai Servivi sociali e al Comune di Milano, chiedendo loro il risarcimento dei danni.
 
 

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