“Ma il problema sono io?!”: all’Unical si accende il dibattito su giustizia minorile e vittimizzazione delle madri
RENDE (CS) – Nella giornata di ieri, l’Aula Magna gremita dell’Università della Calabria ha ospitato un confronto intenso sul delicato tema della violenza domestica e delle conseguenze giudiziarie per le madri denunciatrici. Al centro del dibattito il libro “Ma il problema sono io?!”, scritto da Francesco Miraglia e Daniela Vita, edito da Armando Editore.
L’evento, promosso dal Dipartimento di Matematica e Informatica (DEMACS), ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti istituzionali e professionali: tra questi, l’europarlamentare Giusi Princi (in collegamento da Bruxelles), l’assessore regionale all’Istruzione Maria Stefania Caracciolo, il Sostituto Procuratore Eugenia Belmonte e il Dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Loredana Giannicola. Presenti anche docenti e pedagogisti, tra cui la professoressa Ines Crispini e il professor Giovanbattista Trebisacce.
Nel suo intervento, Francesco Miraglia ha spiegato come il libro raccolga testimonianze di donne che, dopo aver denunciato abusi, si ritrovano a subire una seconda forma di violenza: quella esercitata da un sistema giudiziario che spesso le giudica inaffidabili. “La frase ‘Ma il problema sono io?!’ è il grido di chi si sente abbandonata dalle stesse istituzioni a cui aveva chiesto aiuto”, ha detto l’autore.
Il convegno ha offerto uno spazio di riflessione importante sul fenomeno della vittimizzazione secondaria, evidenziando la necessità di un cambiamento culturale nelle prassi legali e sociali. Accuse come quella di essere “madri ostative” o “manipolatrici” ricadono spesso sulle vittime, aggravando il trauma anziché sanarlo.
A chiudere i lavori, il professor Trebisacce ha lanciato un appello alla responsabilità collettiva: “La giustizia deve proteggere, non punire. Questo libro è un atto educativo e politico, che ci chiama a riflettere sul senso profondo delle nostre istituzioni”.
L’iniziativa si è confermata un momento di forte impatto civile, capace di unire accademia, magistratura, educazione e cittadinanza in un dialogo urgente su una ferita sociale ancora aperta.