Sono senza lavoro, invece di aiutarli gli tolgono i figli

Ennesimo, immotivato “atto di forza” commesso dai Servizi sociali di Verona

VERONA (16 Marzo 2020). Il Servizio sociale di Verona e il Tribunale dei minorenni di Venezia hanno già dato prova in passato di assumere decisioni alquanto dure nei confronti dei genitori in difficoltà economica e di togliere loro i figli con estrema immotivata facilità, invece di operare per garantire un supporto famigliare che consenta ai bambini di vivere serenamente in casa con la propria mamma e il proprio papà.
Da due anni due bambini di 10 e 6 anni vivono lontani dai genitori, che lavorano solo saltuariamente. Questo pare già un’aggravante per il Tribunale dei minorenni di Venezia, cui si aggiunge un’altra “colpa”: la madre avrebbe comunicato più volte alla scuola e alle assistenti sociali, cui si era rivolta per un aiuto economico, che il figlioletto fosse vittima di bullismo, anche grave (un compagno, bloccatolo a terra, lo aveva costretto a leccare il pavimento del bagno). Episodi minimizzati e negati da tutti, tanto che, di fatto, i genitori e il bambino erano stati messi in cattiva luce e il piccolo era stato isolato dai compagni di classe, dentro e fuori dalla scuola. Successivamente il tribunale, anziché far attivare azioni di sostegno a questa coppia, ha finito con il toglierle i figli, affidandoli a una struttura, dove hanno sospeso la lunga e continuata terapia di cui aveva necessità il bambino, con gravi ripercussioni sulla sua salute. «Gravissimo atteggiamento negligente dei Servizi sociali e della Casa famiglia» sottolinea l’avvocato Francesco Miraglia, «che si aggiunge al fatto che i bambini siano stati allontanati da casa, senza tenere conto che attorno a loro c’è tutta una rete familiare amorevole, fatta di nonni e zii, in grado di occuparsi di loro. Un interesse sincero, testimoniato da una lettera che la nonna paterna ha scritto al ministro della Famiglia e disabilità, nella quale afferma che i genitori in difficoltà non debbano essere puniti, bensì aiutati». Le assistenti sociali non hanno certo messo in atto tutte le azioni necessarie e opportune per assicurare il benessere psicofisico dei minori. I quali ad ogni telefonata chiedono ai genitori di tornare a casa, perché non si trovano bene, sono infelici: la più piccola non è più allegra e spensierata come prima.
I genitori hanno presentato quindi, attraverso l’avvocato Miraglia, un’istanza urgente al tribunale dei minorenni di Venezia.

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