Monza: Bimbo in coma per incuria. Accolta la richiesta di ricusazione

Accolta la richiesta di  ricusazione del giudice che non ha tolto il bimbo al padre che lo trascurava

 

MONZA (8 Maggio 2020). Il tribunale di Monza ha accolto il ricorso con procedimento d’urgenza presentato dalla madre del bambino di 5 anni, semiparalizzato e cieco a causa dell’incuria paterna. Attraverso il suo legale, l’avvocato Francesco Miraglia, la donna ha chiesto la ricusazione del giudice, che in maniera superficiale non ha mai tenuto conto delle prove della trascuratezza e non ha mai voluto toglierlo dalla custodia paterna, nonostante fosse evidente che il padre fosse inadeguato e che la salute del bambino fosse a repentaglio. L‘udienza si svolgerà il 28 maggio.

«Delle sofferenze e delle gravissime condizioni in cui versa ormai questo bambino di soli cinque anni consideriamo responsabile il giudice del tribunale dei Minorenni di Monza, che si è occupato del caso» dichiara l’avvocato Miraglia. «Ringraziamo il tribunale che ha preso in considerazione la nostra istanza e ha fissato l’udienza di ricusazione. Non vorremmo però che questa nostra insistenza nel chiedere la rimozione del magistrato fosse ritenuta una questione personale, perché si tratta invece di correttezza. Comprendiamo che una persona possa sbagliare: nessuno è infallibile. Una volta capito l’errore ci saremmo aspettati un passo indietro da parte del giudice: invece con superficialità non ha tenuto conto delle nostre richieste, pur suffragate da prove concrete e gravi. E le ripercussioni, purtroppo, hanno reso invalido un bambino di soli 5 anni».

Il tribunale dei Minori di Monza aveva tolto il bambino alla madre per «rischio psico-evolutivo» e lo aveva affidato al padre, dimostratosi, però, inadeguato: il bambino era sporco e dimagriva vistosamente.

Con numerose prove fotografiche, a fine gennaio la madre aveva chiesto al giudice di riavere in affidamento il suo bambino: il piccolo versava in uno stato di incuria e malnutrizione da fare pena. Da quanto era sporco aveva le croste sul collo e aveva sviluppato infezioni da funghi alle mani e ai piedini; un vistoso eritema ai glutei era dovuto invece all’assenza di igiene anche della biancheria. Il bambino continuava, poi, a perdere peso per la malnutrizione. Il giudice sapeva tutto e non ha mosso un dito.

Il medico legale ha confermato il rapido deperimento del bambino «evidentissimo dalle immagini presenti agli atti» si legge nella sua relazione, «che presentano come il bambino, che appare in ottima salute, curato nella persona e di ottimo umore nelle immagini di maggio, luglio e ottobre 2019, sia invece dimagrito in modo ingravescente, triste e pallido in modo a dir poco preoccupante. Lo stato di denutrizione, la scarsa igiene non possono che aver favorito come concausa la diffusione dell’infezione che ha causato l’Encefalomielite acuta disseminata da cui è stato colpito il piccolo».

Le condizioni del bambino sono disperate: il piccolo ha lasciato l’ospedale di Bergamo, in cui era stato ricoverato il 10 febbraio con la febbre a 40 gradi. E’ stato trasferito in una clinica in cui lo sottopongono a riabilitazione agli arti, che non riesce a muovere. Nei giorni scorsi, inoltre, i medici hanno fornito alla madre una diagnosi drammatica: il piccolo è cieco ed è probabile che non tornerà a vedere mai più.

 

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